I tassi Usa non andranno oltre i livelli attuali, ma il primo taglio non è dietro l’angolo. La conferma è arrivata dai verbali del Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti, diffusi ieri, da cui è emerso un atteggiamento orientato alla cautela sui prossimi passi da compiere sul fronte della politica monetaria.
I timori della FED
Procediamo con ordine. Al termine della riunione del 31 gennaio, i banchieri della Fed hanno deciso – in linea con le attese – di mantenere i tassi d’interesse al 5,25%-5,50%. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25% nel marzo del 2020 per combattere gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense e poi progressivamente alzati dal marzo 2022.
La paura della Fed è che tagliare i tassi di interesse troppo rapidamente possa causare uno stallo dei progressi sul fronte dei prezzi. Secondo la banca centrale Usa, se il picco dei tassi è stato “probabilmente” raggiunto, sono in aumento i rischi sull’inflazione determinati dalla geopolitica e dall’aumento dei salari. I banchieri hanno quindi confermato che esistono, a loro avviso, dei rischi da un allentamento della politica monetaria “troppo veloce”. Alcuni “partecipanti hanno menzionato il rischio che le condizioni finanziarie possano divenire meno restrittive di quanto appropriato”. Una tale situazione potrebbe spingere la domanda aggregata a causare uno stallo dei progressi sull’inflazione.
Le attese degli analisti
Dopo i due dati sull’inflazione peggiori delle attese, pubblicati la scorsa settimana, gli investitori prevedono che la Federal Reserve ritarderà ulteriormente i tagli dei tassi d’interesse. Ricordiamo, a questo proposito, che i prezzi al consumo negli Stati Uniti in gennaio sono saliti del 3,1%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +2,9%. Su base mensile i prezzo sono saliti dello 0,3%, oltre il +0,2% previsto dal mercato.
Secondo il Cme FedWatch Tool, ci sono ora solo il 6,5% di possibilità di un taglio dei tassi alla prossima riunione di marzo e il 32,1% di possibilità di un primo taglio a maggio.
Come segnalano gli analisti di MPS, “se un taglio dei tassi a breve è fuori discussione, non lo è invece un ridimensionamento del piano di quantitative tightening (QT), tema che sarà discusso approfonditamente nel meeting del 20 marzo.”