Si infiamma anche a marzo l’inflazione nell’Eurozona. Il danno economico della guerra in Ucraina pesa sempre di più in tutto il Vecchio Continente e l’inflazione già record sale ulteriormente, mentre si riducono le stime sulla crescita del Pil per il 2022.
Lo scorso mese, secondo la stima flash dell‘Eurostat, l’indice dei prezzi al consumo nella zona euro ha segnato un aumento annuo del 7,5%, in significativo rialzo dal 5,9% di febbraio. Si tratta del record storico da quando è pubblicata la serie (1997).
A trainare i prezzi, secondo quanto segnala l’istituto europeo di statistica, è stata soprattutto la crescita dei prezzi dell’energia (più 44,7% rispetto al più 32% di febbraio). In Italia, secondo l’istituto europeo di statistica è al 7%, in Germania al 7,6%, in Francia al 5,1%, in Spagna al 9,8%.
A determinare il livello più alto mai registrato dall‘inflazione nella zona euro, secondo quanto segnala Eurostat, è stata soprattutto la crescita dei prezzi dell’energia (più 44,7% rispetto al più 32% di febbraio).
Inflazione: il dato italiano, pesano i costi dell’energia
Il dato europeo segue quello pubblicato ieri dall’Istat per l’Italia. Secondo le stime preliminari dell’Istituto, a marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2% su base mensile e del 6,7% su base annua (da +5,7% del mese precedente). Un aumento che non si registrava dal 1991.
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +45,9% di febbraio a +52,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +31,3% a +38,7%), e, in misura minore, ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +3,1% a +4,0%) sia non lavorati (da +6,9% a +8,0%) e a quelli dei Beni durevoli (da +1,2% a +1,9%); i prezzi dei beni energetici regolamentati continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno (+94,6%, come a febbraio).
Commentando il dato italiano, il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha detto: “Le nostre peggiori previsioni trovano purtroppo conferma nei dati Istat – ha– L’inflazione al 6,7%, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +2.058 euro annui per la famiglia “tipo”, e addirittura +2.674 euro annui per un nucleo con due figli”.
“Il caro-carburante e i rialzi delle bollette energetiche hanno spinto al rialzo i prezzi al dettaglio in tutti i settori, ma sul tasso di inflazione di marzo pesano anche vere e proprie speculazioni legate alla guerra in Ucraina – denuncia il presidente Rienzi – Sull’andamento dei prezzi attendiamo ora l’esito delle indagini aperte da Antitrust e dalle Procure di tutta Italia grazie agli esposti presentati dal Codacons e, se sarà accertato che l’aumento dei listini è stato determinato da fenomeni speculativi, avvieremo una maxi-class action contro i responsabili, per conto di milioni di famiglie e imprese”.