Economia

Neuralink, Musk cerca volontari per impiantare chip nel cervello: migliaia di richieste

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Dopo aver ottenuto a maggio scorso dalla Food and Drug Administration (Fda) l’autorizzazione per il suo primo studio clinico sull’uomo, ora c’è il via libera all’impianto nel cervello umano del microchip di Neuralink. L’azienda di Elon Musk, che finora ha fatto esperimenti solo su animali, cerca persone che vogliano sottoporsi ai primi test. E secondo Bloomberg, sarebbero già migliaia le persone interessate.

L’azienda cerca un adulto di età inferiore ai 40 anni con tutti e quattro gli arti paralizzati, disposto a farsi rimuovere un pezzo del cranio da un chirurgo e sostituirlo con un micro-computer delle dimensioni di una moneta. Un dispositivo che avrà un compito ben preciso: leggere e analizzare l’attività cerebrale della persona per poi trasmettere queste informazioni in modalità wireless a un laptop nelle vicinanze. L’area dell’intervento si concentrerebbe nella zona della corteccia premotoria, responsabile del controllo degli arti superiori come mani, polsi e avambracci.

L’azienda stima che ogni intervento chirurgico implantare costerà circa 10.500 dollari, compresi esami, parti e manodopera, e che addebiterà agli assicuratori circa 40.000 dollari. Si prevede un fatturato annuo pari a 100 milioni di dollari entro cinque anni. Secondo Bloomberg, Neuralink afferma di voler eseguire 11 interventi chirurgici nel 2024, 27 nel 2025 e 79 nel 2026. Poi le cose aumenteranno davvero, passando da 499 interventi chirurgici nel 2027 a 22.204 entro il 2030, secondo i documenti forniti agli investitori.

Per il momento, Neuralink ha eseguito 155 interventi chirurgici di impianto utilizzando il robot su una varietà di soggetti animali, come maiali, pecore e scimmie. Fattori che hanno portato l’azienda a venire ripetutamente accusata di crudeltà verso gli animali. La morte di animali durante lo sviluppo di dispositivi medici non è insolita, ma le affermazioni di ex dipendenti indicano che la pressione per accelerare il processo di sviluppo di Neuralink potrebbe aver portato a un numero eccessivo di decessi tra gli animali impiegati.

La corsa agli avversari sulle interfacce neurali: le altre aziende

Musk infatti con Neuralink ha fretta di iniziare le sperimentazioni sull’uomo. Secondo Ashlee Vance, biografo di Elon Musk e autore dell’articolo di Bloomberg, Musk ha intenzione di battere la concorrenza di altre startup di brain-computer come Synchron e Onward, che hanno già iniziato la sperimentazione umana. “Per il momento ci stanno battendo sonoramente“, avrebbe detto il magnate sudafricano dopo che Synchron ha impiantato il suo primo dispositivo in un paziente statunitense nel luglio 2022, riuscendo anche a inviare un tweet usando solo i suoi pensieri.

Il miliardario ha anche avvertito che Neuralink deve accelerare il suo ritmo “come se il mondo stesse finendo”. Un mantra che Musk ripete spesso quando si parla delle sue aziende: basti ricordare i casi degli operai di Tesla e SpaceX che dormivano negli uffici pur di rispettare le scadenze e migliorare sempre più le tecnologie dell’azienda.

Ma questa volta potrebbe non funzionare; sperimentando con la vita umana, la cautela è massima. Shivon Zilis, direttore dei progetti speciali di Neuralink, ha affermato a Bloomberg che le sperimentazioni che si fanno nell’azienda sono diverse da quelle che avvengono da Tesla e SpaceX, dove la distruzione di un razzo può essere vista come un grande successo. “Quando si tratta di cervelli, non possiamo far saltare in aria i primi tre – afferma – questa non è un’opzione da considerare”.

Sebbene alcuni concorrenti abbiano battuto Neuralink nelle sperimentazioni umane, il chip dell’azienda di Musk è sicuramente più avanzato. L’impianto ha più di 1.000 elettrodi per la raccolta di dati sul cervello, rispetto ai circa 16 dei dispositivi rivali. Inoltre, se l’impianto è grande quasi quanto una moneta ed è compreso di batteria, sistemi di elaborazione ed amplificatore di segnale, i concorrenti hanno ancora chip grezzi.

Il chip di Synchron, per funzionare ha bisogno di essere collegato tramite fili a ingombranti batterie e amplificatori delle dimensioni di un pacemaker che vengono spesso impiantati chirurgicamente nel torace del paziente. La batteria di Neuralink dura poche ore e può essere ricaricata in modalità wireless in un paio d’ore tramite un cappellino da baseball personalizzato.