Podcast pagina 10
Nell’anno della mega fusione con Credit Suisse, Ubs taglia del 14% i bonus 2023, a causa delle difficili condizioni operative del settore finanziario e la volatilità del mercato derivanti dalle continue tensioni geopolitiche. Nel frattempo, l’amministratore delegato Sergio Ermotti, incassa uno stipendio di 14,4 milioni di franchi svizzeri, di cui 12,3 milioni di franchi sono rappresentati dal compenso variabile. Uno stipendio che lo piazza in cima alla classifica dei manager del settore bancario più pagati in Europa.
Con una vendita-lampo lo Stato alleggerisce la sua quota in MPS. Sul mercato è finito il 12,5% dell’istituto bancario. Grazie alla nuova operazione la quota in mano al MEF scende al 26,73%.
Gli analisti dell’agenzia S&P Global Ratings (“S&P“) confermano le stime del Pil Italia per quest’anno mentre rivedono al ribasso quelle del 2025. In base alle nuove proiezioni, l’economia del nostro Paese dovrebbe segnare una crescita dello 0,6% nel 2024 meno dello 0,7% del 2023, confermato dall’Istat. In miglioramento il biennio 2025-2026 anche se meno delle stime precedenti (+1,1% dall’1,2% precedente).
Il caro assicurazioni, già emerso in numerose analisi, trova ulteriore conferma negli ultimi dati di Ferdercarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, che ha messo a confronto i prezzi dell’Rc auto nelle singole province italiane e all’estero. Risultato finale: il costo medio di una polizza Rc auto è salito in Italia del +10,5% negli ultimi due anni con ben 3 province superano a gennaio la soglia dei 500 euro a polizza. È il caso di Napoli, dove l’Rc auto costa in media 560 euro, Prato (553 euro) e Caserta (500 euro). La Toscana piazza ben 6 città nella top ten del caro-polizza, mentre Enna risulta la provincia più conveniente, con una tariffa annua da 287 euro.
Nel mese di febbraio, i prezzi del gas e dell’elettricità sono tornati ai livelli di giugno 2021. Tutto bene, dunque? Non proprio. Nonostante la flessione dei prezzi delle materie prime, le famiglie italiane hanno dovuto far fronte, nel corso del 2023, a bollette più care in media di 300 euro rispetto a tre anni fa. Come è possibile? La CGIA di Mestre ha provato a rispondere alla domanda, rilevando quali sono le ragioni alla base dell’incongruenza tra caro bollette e calo delle quotazioni delle commodity.
I grandi fondi internazionali ritornano a guardare con interesse ai nostri titoli di Stato. Il ministero dell’Economia ha reso noto ieri sera i dettagli dell’ultima emissione del nuovo BTP€i a 10 anni indicizzato all’inflazione, con scadenza 15 maggio 2036 e cedola reale dell’1,80%. Complessivamente sono stati collocati nei giorni scorsi titoli per un controvalore di 5 miliardi di euro a fronte di una domanda complessiva superiore a 41 miliardi di euro giunta da parte di oltre 170 investitori. Si tratta del volume più alto di sempre per un titolo indicizzato in Europa.
Sam Bankman-Fried, fondatore e numero uno di FTX, dovrebbe essere condannato a una pena detentiva fino a 50 anni per aver “orchestrato una delle più grandi frodi finanziarie della storia“. Queste le richieste dei pubblici ministeri statunitensi in vista della decisione del giudice Lewis A. Kaplan attesa il 28 marzo.
Dopo un 2022 disastroso, il 2023 è stato un anno di rimbalzo per i mercati finanziari. Ma non è stato comunque clemente con gli hedge fund, il cui obiettivo principale è quello di garantire ai propri investitori, tipicamente high-net-worth, rendimenti superiori al mercato. Invece, secondo un report di BNP Paribas, hanno registrato rendimenti medi del 6,67% a livello globale per tutto il 2023, l’1,5% in meno rispetto gli obiettivi prefissati e ben al di sotto della media dei principali indici di Wall Street. Un esempio per tutti: l’S&P 500 ha prodotto un rendimento del 24% lo scorso anno. Performance che fa impallidire i guadagni di alcuni dei più grandi e noti hedge fund, come il fondo Wellington di Citadel o il fondo Sculptor Master, che hanno reso rispettivamente 15,3% e 12,9%.
Se ne parlava da tempo, ora è ufficiale. Swisscom ha raggiunto un’intesa con Gruppo Vodafone Plc per acquisire il 100% di Vodafone Italia per la cifra di 8 miliardi di euro con corrispettivo della transazione in contanti e completamente finanziato a debito. Il passo successivo sarà l’integrazione con Fastweb, affiliata di Swisscom in Italia. Ad annunciarlo sono due note di Swisscom e Vodafone, in cui si specifica che il closing dell’operazione è previsto nel primo trimestre del 2025. Dalla fusione si prevedono sinergie per circa 600 milioni.
Non sia arrestano le vendite sul titolo Tesla, che nell’ultimo mese ha lasciato sul terreno del Nasdaq l’11% scendendo oltre 170 dollari per azione. Il saldo negativo da inizio anno sale così a -33%. Cosa c’è dietro la débâcle delle quotazioni della casa automobilistica di Elon Musk?