Non solo Quota 102 ma anche l’Opzione tutti. Prende forma il pacchetto previdenziale targato Mario Draghi che entrerà nella legge di bilancio 2022. Con la fine di quota 100, l’anticipo pensionistico del precedente governo, in scadenza naturale a fine anno, dal prossimo anno potrebbe arrivare quota 102 ossia la possibilità di andare in pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi. Ma si tratta comunque di una soluzione-tampone visto che verrà applicata per un solo anno.
Opzione tutti: di cosa si tratta
Oggi alle 16,30 si terrà il tavolo di confronto tra Mario Draghi e i sindacati e tra le proposte più significative in ambito previdenziale c’è oltre a quota 102 anche la cosiddetta Opzione tutti, ossia l’uscita anticipata a 62 anni prendendo come assegno pensionistico quanto maturato fino a quel momento, con il sistema contributivo. Ovvero la possibilità di andare in pensione quando si vuole ma prendendo quanto versato
Da molti è stata ribattezzata ‘opzione tutti’ proprio perché il modello Opzione donna è proprio la base da cui partire: in questi anni ha permesso il pensionamento con 58 o 59 anni di età e 35 di contributi, ma con un taglio del 33% dell’assegno. Il governo ora l’ha rinnovata per un anno alzando l’età a 60 anni per le dipendenti e 61 per le autonome.
Da qui si ipotizza una sorta di Opzione Tutti, l’estensione cioè a tutti i lavoratori delle caratteristiche di Opzione Donna. Tornare al contributivo, significa tornare al meccanismo in cui ciascuno riceve da pensionato quel che ha versato nella sua vita lavorativa. Come ha spiegato il Ministro Orlando:
“Tornare al contributivo non significa necessariamente tornare alla Fornero com’era: lo sforzo che si può fare è mantenere l’impianto contributivo, ma costruire elementi di flessibilità che consentano di evitare alcune rigidità e andare così incontro ad alcune delle istanze del sindacato”.
“Il vantaggio di Opzione Tutti “sarebbe triplice – scrive Repubblica – concedere libertà di scelta – esco quando voglio, ma prendo quanto versato -, pesare sui conti solo come anticipo di cassa e non come spesa viva, appaiare vecchie e nuove generazioni”. I sindacati rigettano apertamente un ritorno alla Fornero ma non un sistema contributivo per tutti, chiedendo invece una maggiore flessibilità e propongono un’uscita a 62 anni oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Questa ipotesi però non piace all’esecutivo, visto il suo costo molto elevato.