Economia

Pensioni: rivalutazione dal primo gennaio. Gli aumenti in arrivo

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Maxi rivalutazione in vista per le pensioni. È quella che partirà dal prossimo 1° gennaio 2023, quando gli assegni verranno indicizzati all’andamento dell’inflazione 2022. L’adeguamento – secondo quanto prevede il decreto ministeriale firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – sarà del 7,3%, ma a usufruirne in forma piena saranno solo i titolari di trattamenti fino a 4 volte il minimo Inps, che è di 525,38 euro mensili.

Gli aumenti delle pensioni caso per caso

Entrando nello specifico, la rivalutazione avviene:

  • al 100% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali inferiori a quattro volte il trattamento minimo;
  • al 90% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali compresi tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
  • al 75% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali che superano le cinque volte il trattamento minimo;

Alla luce dello schema di indicizzazione delle pensione in vigore, gli assegni al minimo Inps (525 euro) godranno di un aumento mensile di 38 euro netti. Una cifra che salirà a 52 euro per chi riceve mille euro lordi mensili. Maggiore la rivalutazione per le pensioni da 1.500 euro lordi, che dovrebbe attestarsi intorno ai 110 euro lordi (75 euro netti), e per quelle da 2 mila euro (146 euro lordi che diventano 100 euro netti).

Un trattamento da 2.500 euro lordi dovrebbe invece crescere ogni mese con altri 180 euro lordi, che diventano 111 netti, mentre una pensione da 4mila euro dovrebbe essere rivalutata di oltre 260 euro lordi, che al netto sarebbero 150 euro netti mensili.

Per le casse dello Stato, questo si tradurrà, come indicato dal Ministro dell’Economia, di un aumento di 5,4 miliardi per il 2022, di 21,3 miliardi per il 2023, 18,5 miliardi nel 2024 e 7,4 miliardi nel 2025, per un totale di 50 miliardi calcolati sulla base degli attuali parametri relativi all’inflazione.