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Politica, Di Maio ha scelto la sua squadra di governo

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Il vice presidente della Camera dei Deputati, al secolo Luigi Di Maio, ritenendo la carica di Presidente del Consiglio alla sua portata si sta preparando. Mancano pochi mesi all’appuntamento con le urne e credendo che il suo Movimento possa farcela a raggiungere il fatidico 40% si sta preparando all’arte del Premier.

Ormai le cancellerie europee le conosce tutte, avendovi telefonato personalmente in occasione dei gravi incendi patiti durante la scorsa estate per chiedere soccorsi. La vicenda per quanto surreale ricorda la vignetta di quando il soldato, appena nominato caporale incrociando l’ufficiale si astiene dal saluto militare. Testé richiamato, rispose: “Signor Capitano, cosa vuole, fra graduati”.

Ecco, il militare graduato, appena promosso caporale, che ambisce a fare il generale: sognare non è vietato, aiuta a vivere.

Quanto alla squadra di governo che dovrebbe affiancarlo in caso di esecutivo a 5 Stelle, dalle indiscrezioni stampa pare che Di Maio abbia già pensato al magistrato siculo Nino Di Matteo che in altra occasione ed in epoca non sospetta, non ha escluso un suo impegno in politica, e altre personalità di alto profilo estranee al Movimento.

Si fa fatica a pensare, tuttavia, che Di Maio si possa privare di fedeli come Alessandro Di Battista, Alfonso Bonafede, Barbara Lezzi o Danilo Toninelli.

Si potrebbe fare un sondaggio presso la capitale d’Italia chiedendo ai romani tutti: “Volete voi promuovere il caporale Giggino a Generale per il governo dell’Italia?”

Ma la vera domanda da porsi è: Di Maio sarà in grado di offrire la sua ricetta per avviare il processo riformatore di cui l’Italia ha bisogno e al quale il M5S insieme a tanti altri politici si sono per esempio opposti in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

Si parla di ridurre la burocrazia, di combattere la corruzione, di semplificare i processi amministrativi per i cittadini e le imprese, di ridurre i costi della politica, di abolire enti inutili: sono queste le priorità delle priorità, la stella polare di ogni azione politica in Italia.

Un paese che, a giudizio di indicatori anche internazionali, aiutato dalla ripresa dell’intera Eurozona sta uscendo dalla crisi e sta tornando a segnali positivi a due cifre in ogni ambito economico.

La strada delle riforme è solo iniziata, l’economia turistica sta riprendendo vigore e il trend dell’estate appena conclusa è una testimonianza: alla Reggia di Caserta per esempio i visitatori e gli incassi sono aumentati del 50% negli ultimi tre anni. Ce lo dicono anche i sindacalisti secondo cui prima arriva un direttore che si è portato il letto in ufficio e lavora come un matto, e ora i risultati si vedono con i turisti che stanno raddoppiando.

L’Italia ha le potenzialità per volare, deve solo rinunciare a tanta zavorra.