In aderenza alle grandi aspettative suscitate con l’elezione di MACRON in Francia nell’ottica di un europeismo concreto e sensibile ai problemi dell’intero continente, la frontiera francese è off limits all’ingresso di extracomunitari già entrati nella nostra amata penisola.
“Noi accettiamo soltanto i profughi di guerra, mentre questi immigrati non hanno lo status per stare in Europa” ha tuonato il neo presidente e giovane Manuelino.
Il guaio è che, in filo di diritto, ha pure ragione e quindi ci ha rispedito indietro 400 immigrati che tentavano di forzare la frontiera a Mentone in Francia.
Con questo non è che l’Italia abbia torto ma tutto dipende dal Trattato di Dublino, il trattato regolarmente firmato a suo tempo dai nostri soloni, gli stessi che oggi minacciano “fuoco & fiamme” contro l’immigrazione, secondo il quale la compiuta identificazione dell’immigrato deve avvenire da parte dello Stato in cui lo stesso ha messo piede per la prima volta.
Nel quadro della identificazione – particolarmente complessa per i minori ovvero per i tanti senza documenti d’identità – deve essere anche stabilito se trattasi di “richiedenti asilo perché profughi di guerra” ovvero persone che scappano per “ragioni economiche e/o di povertà estrema”, dove questi ultimi sembrano essere la maggioranza di oltre il 90%.
Questi soloni che firmarono il Trattato di Dublino senza leggere, o forse più probabile senza capire, diciamo a loro insaputa come succede spesso in Italia da qualche anno, oggi contestano l’esistenza dei Centri di accoglienza per gli immigrati, finalizzati proprio a stabilire chi ha diritto a rimanere o quelli che vanno rispediti al mittente, al Paese di provenienza.
Per fare questo, di fronte a flussi inarrestabili di migliaia di persone al giorno che in vario modo sbarcano sulle nostre coste, l’operazione diventa estremamente complicata e lunga tanto per la logistica che per i costi di gestione.
Adesso, il nostro Manuelino, al secolo neo Presidente MACRON, nuova speranza francese e dell’intera Europa, dia una prova di buon senso cercando di contribuire , insieme a qualche nostro politico “rinsavito” di modificare queste benedetto trattato, magari introducendo la formula che l’onere della “identificazione” compete al Paese europeo destinatario della domanda di asilo da parte dell’immigrato.
Grazie Manuelino, le saremo riconoscenti insieme ai tanti disgraziati che ancora credono nella libertà di sopravvivenza, fino ad un minuto prima di affogare nel Mediterraneo!