NEW YORK (WSI) – Sotto traccia, lentamente, un “numero crescente di forze di polizia locali in tutto il paese si sono spostate in quello che in precedenza era stato il dominio del FBI”, e hanno collezionato decine, centinaia, migliaia di dati sul DNA di potenziali sospetti. Lo scrive il New York Times, che rivela: “Alcuni raccolti a conoscenza dei donatori, alcuni no”.
L’articolo del quotidiano si inserisce nella serie di scoop del Guardian e del Washington Post sulle banche dati a disposizione della NSA, l’agenzia di intelligence: dai volumi di traffico telefonico alle frequentazioni web di milioni di utenti dei giganti ‘social’, da Google a Facebook.
Le preoccupazioni legate alla tutela della privacy dei cittadini, sostiene il NYT, sono concrete, anche alla luce della “recente decisione della Corte Suprema” che ha dichiarato conforme alla Costituzione il locale via libera alle autorità per la raccolta di “campioni di DNA fra le persone arrestate per reati gravi”. Ma il problema, avverte il quotidiano, è di limiet a questi poteri: ogni database delle forze di polizia opera secondo regole locali dello stato di appartenenza e la polizia talvolta può ‘allargarsi’ raccogliendo campioni del codice genetico non solo di persone già condannate o arrestate per reati gravi.
Fantascienza? I dati citati dal New York Times sono degni di nota: solo a New York la polizia dispone già ora di un database “con i profili di 11.000 sospetti criminali. In Orange County, in California, l’ufficio del procuratore distrettuale ha 90.000 profili, molti ottenuto da imputati di basso livello che acconsentono al prelievo del DNA come parte di un patteggiamento o in cambio di uno sconto sulle accuse mosse nei loro confronti”.
E la tendenza è in aumento, perché le forze di polizia locali non si accontentano più della rete altamente regolamentata di banche dati del DNA statali e federali: in questo modo, le indagini sono più rapide e meno soggette a pratiche burocratiche fra varie autorità.
“Pochi Stati hanno leggi in materia di banche dati del DNA locali. L’Alaska le vieta. California e Hawaii sono esplicite nel nulla-osta. In molti Stati, tra cui New York, la legge tace sulla questione”, avverte il NYT.
Oggi la Corte Suprema Usa ha emesso una sentenza, che suona almeno in parte come un compromesso, in relazione alla vicenda dei brevetti detenuti da Myriad Genetics e alla questione se i geni umani possano essere sottoposti a brevetto.
Con un voto all’unanimità, i nove giudici supremi hanno affermato che il materiale genetico prodotto sinteticamente può essere brevettato, mentre la licenza non è possibile per i geni estratti dal corpo umano, cioè il cosiddetto Dna isolato. (Reuters-RaiNews24)