Da qualche anno l’Ivass è impegnata a cercare i beneficiari delle cosiddette polizze dormienti che sono ‘parcheggiate’ presso le assicurazioni prima che finiscano in prescrizione.
Si tratta di polizze che, per vari motivi, non sono state pagate ai beneficiari e che giacciono presso le compagnie.
Può trattarsi, ad esempio, di polizze per il caso di morte dell’assicurato, della cui esistenza i beneficiari non erano a conoscenza o di polizze “di risparmio” che, giunte alla scadenza, non sono state riscosse dagli interessati.
L’ammontare recuperato tra le polizze dormienti
L’ultima operazione condotta dall’Ivass tra le compagnie estere operanti in Italia, avviata nel settembre del 2018, ha permesso di far emergere nei conti delle compagnie 492 milioni di euro suddivisi tra 23.392 polizze dormienti.
Di questi 402 milioni di euro sono già stati liquidati o in corso di liquidazione ai beneficiari.
Un’analoga indagine condotta tra le compagnie italiane nel biennio 2017 -19 aveva permesso ai legittimi beneficiari di recuperare 4,4 miliardi di euro.
Cosa fare per non perdere il premio
Il beneficiario di una polizza vita ha 10 anni di tempo per incassare il premio prima che vada in prescrizione.
Il termine decorre da quando si è verificato l’evento coperto dalla polizza, cioè la morte dell’assicurato o la scadenza del prodotto d’investimento.
Scaduto questo termine, le compagnie devono versare i premi non reclamati al Fondo rapporti dormienti della Consap, presso il ministero dell’Economia.
Nel caso in cui si venga a conoscenza di una polizza scaduta è bene ricordare che solo il beneficiario può chiederne il rimborso, rivolgendosi all’intermediario con cui era stato stipulato il contratto oppure al Servizio ricerche polizze vita dell’Ania, l’Associazione nazionale delle imprese di assicurazione.
Una volta rintracciata la polizza dormiente, è necessario presentare la domanda tramite il sito della Consap, la Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici.