Rivoluzione in vista per le polizze Rc auto. Presto, potremmo dire addio al bonus malus, ovvero a quel sistema che determina il prezzo dell’assicurazione in base a premi e penalità.
Le compagnie assicurative e l’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) si sono esposte direttamente per chiedere una revisione del sistema. In particolare, l’Ivass (Istituto di vigilanza sulle assicurazioni), tramite il suo presidente, Luigi Federico Signorini, ha sottolineato “l’obsolescenza delle attuali regole di funzionamento del sistema bonus/malus”, considerate non più idonee a fornire una misurazione attendibile del rischio della guida. Da qui la necessità di una completa revisione.
Come funziona il bonus malus
Lo status quo prevede che chi ha un’auto, una moto o altro veicolo che circola su strada è costretto ad assicurarlo con contro i rischi da responsabilità civile. In pratica, serve assicurare il veicolo con la polizza RC Auto, la polizza obbligatoria per legge.
In cambio della copertura garantita fino al massimale, l’automobilista paga un corrispettivo, il cosiddetto premio. Il premio varia in base a diversi fattori. Luogo di residenza, età del proprietario del veicolo, tipo di veicolo, cilindrata e garanzie accessorie.
Ma ciò che maggiormente incide sul premio è la classe di merito del meccanismo bonus malus. Diciotto “gradualità” che vanno dalla prima alla diciottesima, con la prima che è la più vantaggiosa e l’ultima che è quella più cara.
Chi prende la patente per la prima volta parte dalla 14esima classe, a meno che non si appoggi alla Rc familiare, che permette di “ereditare” la classe di merito più vantaggiosa di uno dei familiari.
Il sistema prevede avanzamenti verso l’alto, con conseguente aumento del costo dell’assicurazione, e verso il basso, con riduzione di prezzo, in base al comportamento al volante del guidatore. Se si causa un incidente, infatti, si perdono ben 2 classi; per scalare di 1 sola classe verso l’alto occorre che sia trascorso un anno intero senza incidenti.
Polizze Rc auto: possibile revisione del sistema
L’Ivass ha chiesto di prendere in considerazione, oltre al numero dei sinistri, anche il comportamento di un guidatore al volante.
“Il meccanismo del bonus malus non è più attendibile per la misurazione del rischio della guida e inoltre vi è la necessità di rivedere anche la Convenzione per il risarcimento diretto” ha detto Signorini . Ciò che emerge secondo il presidente dell’Ivass è che, “nonostante i passi avanti fatti in tema di danni micro permanenti, oppure i miglioramenti sopraggiunti con la digitalizzazione dei documenti e con il sistema della scatola nera, si sono registrati altri provvedimenti che hanno accelerato l’obsolescenza delle attuali regole di funzionamento del sistema bonus malus rendendolo di fatto non più idoneo a misurare il rischio della guida”.
L’Ivass ha chiesto di prendere in considerazione, oltre al numero dei sinistri, anche il comportamento di un guidatore al volante. L’idea di Ivass e Ania è di utilizzare rilevatori a distanza come Telepass, Autovelox, ZTL e Tutor, opportunamente omologati, per avere un controllo costante sul territorio. Prima che entrasse in vigore la legge Bersani, le polizze che potevano vantare la più alta classe di merito erano inferiori al 50%; una percentuale che nel 2019 è salita all’84% (dati Ania).
La proposta parlamentare allo studio punta poi a fare la guerra ai veicoli non assicurati, incrociando le banche dati dell’Ania sui veicoli assicurati con quella della Motorizzazione sui veicoli immatricolati