Le polizze vita hanno ripreso ad aumentare la propria raccolta nel 2018, dopo due anni fortemente negativi. Se nel 2016 la raccolta dei premi assicurativi in Italia era in calo dell’11%, nel 2018 essa è aumentata del 3,5% tornando sopra i 100 miliardi di euro. Secondo un’analisi del Corriere della Sera il risultato è anche dovuto a un buon livello di rendimento: il tasso lordo, nel 2018, si è attestato 3,2%, nella media delle 246 gestioni disponibili sul mercato italiano. Un valore elevato, a paragone con i rendimenti dei titoli di stato e dei bond in cui, a loro volta, investono le compagnie assicurative. “I titoli in pancia alla gestione separata sono valorizzati al prezzo d’acquisto, fino a quando non vengono venduti”, ha spiegato a L’Economia Marcello Rubiu di Norisk scf, “in questo modo, apparentemente le polizze vita di ramo I non risentono delle oscillazioni dei prezzi che invece si manifestano quando si ha in portafoglio un singolo titolo, un fondo attivo o passivo”.
Le commissioni di gestione, comunque, sono un aspetto importante da considerare quando si investe in questi prodotti: esse oscillano di norma fra l’1 e il 2%; il prelievo all’ingresso può anch’esso arrivare a sottrarre il 2% del capitale investito inizialmente. Secondo l’Ania, l’associazione di categoria per le imprese assicuratrici, fra il 1982 e fine 2017 il rendimento medio annuo di queste gestioni separate raggiungerebbe il 4,9% reale (al netto dell’inflazione).
Oltre alla regolarità dei rendimenti, un ulteriore vantaggio è costituito dall’insequestrabilità e impignorabilità dell’investimento, a meno che non vengano provati comportamenti fraudolenti da parte dell’assicurato.