Ricordare le 43 vittime con altrettanti lampione che illumineranno la strada: questo il fulcro del progetto sul nuovo Ponte di Genova, crollato il 14 agosto scorso, presentato alla regione Liguria dal famoso architetto Renzo Piano.
Steli altissimi che andranno a formare una vela in ricordo di chi ha perso tragicamente la vita per il crollo del ponte ideato dall’ingegnere Morandi e da cui ha preso anche il nome. Di Morandi anche il ponte di Agrigento chiuso nel 2017 in via preventiva per degrado e per cui l’assessore siciliano ai Beni culturali Sebastiano Tusa ha chiesto l’abbattimento. Ma l’ingegnere Riccardo Morandi aveva progettato altri due ponti gemelli in Venezuela e in Libia. Il primo, realizzato a Maracaibo, in parte collassato dopo la collisione con una petroliera di 36mila tonnellate.
Ma l’ingegnere avvertì ben quarantanni fa che il ponte di Genova necessitava di una manutenzione costante per rimuovere la ruggine data dagli effetti della corrosione provocata dall’aria marina e dall’inquinamento. Era il 1972 quando Morandi avvertì di una “nota perdita di resistenza chimica superficiale del calcestruzzo”.
Avvertimenti purtroppo caduti nel vuoto vista la tragedia consumatasi alla vigilia di Ferragosto. Ora il famoso archistar Renzo Piano ha donato gratuitamente a Genova un progetto di ponte perché la città ritrovi orgoglio e riscatt». Il plastico, dalla linea pulita con una striscia di asfalto semplice, è sostenuta da tanti pilastri che ricordano la prua di una nave. Sotto il ponte il progetto di Piano prevede una riqualificazione in toto dell’area, con “uno spazio vuoto e dunque un parco”.
Ma nel parco e tutto intorno ci dovrebbero essere incubatori di imprese, residenze, start up. Questo perché sia anche segno di rinascita, occasione di riscatto per la città che in questi anni ha fatto poco.
Così l’archistar parlando a Il Sole 24 Ore. I tempi per la ricostruzione? “Credo nei tempi giusti” ha detto Piano.
“Bisogna fare presto ma non in fretta».