ROMA (WSI) – Che fare se si è correntisti di Veneto Banca o Banca Popolare di Vicenza, le due banche venete che non versano affatto in buone acque? Rimanere correntisti oppure chiudere il conto? A dare una risposta a questo grande interrogativo è un articolo di Altroconsumo Finanza, che descrive i due istituti nel modo seguente:
“Entrambe con perdite da brivido nel 2015 (882 milioni di euro per Veneto Banca, 1,4 miliardi di euro per Banca Popolare di Vicenza), entrambe alle prese con una trasformazione imposta senza vie di fuga ai propri azionisti: trasformazione in Spa, aumento di capitale (tra l’altro appena sufficiente a coprire le perdite del 2015) e quotazione in Borsa. L’assemblea di Veneto Banca ha già approvato questo bagno di sangue lo scorso dicembre, e l’assemblea di Banca Popolare di Vicenza si appresta a farlo nei prossimi giorni – viste le premesse della “collega” non c’è molto da sperare in un esito diverso. Anche se, volendo, un’alternativa esisterebbe”.
“E soprattutto, senza che ancora sia chiaro cosa aspetta le due banche dopo l’iter che le porterà fino in Borsa: quali altri sorprese potranno emergere dai conti?”
“In una situazione del genere, perché rimanere correntisti? Ma se il rischio che a pagare in futuro non siano solo gli azionisti, ma anche i clienti della banca, ancora non ti basta come motivo per andartene, te ne diamo un altro: la convenienza. Né i conti correnti di Veneto Banca né quelli di Banca Popolare di Vicenza sono tra i migliori. Per un utilizzo “base”, in sostanza come conto d’appoggio per domiciliare stipendi e bollette, il conto migliore di Banca Popolare di Vicenza (Semprepiù online) si piazza al 53° posto della nostra classifica, il più caro (Semprepiù famiglia) addirittura al 235° posto. Non va molto meglio con Veneto Banca, dove Libero Doppiozero è il “migliore” con un 14° posto e Libero Family 2015 arriva al 91° posto. Tradotto in soldoni, con Banca Popolare di Vicenza paghi ogni anno dai 37 ai 157 euro in più rispetto al conto più conveniente per questo profilo (Conto corrente completo Bcc for Web per i soci Altroconsumo). Con Veneto Banca paghi dai 13 ai 62 euro in più ogni anno”
Fortunatamente:
“un’altra strada sarebbe possibile: votare no in assemblea, cambiare il management attuale e eleggere un management del tutto nuovo e slegato dalla passata gestione, che faccia finalmente pulizia, nei conti e non solo, e faccia chiarezza sulle responsabilità di chi ha portato la società fino a questo punto. Non sarebbe certo una pulizia indolore, perché dovrebbe passare da una razionalizzazione della struttura della banca (taglio di filiali e dipendenti, cessione di controllate) e da nuovi esborsi per gli azionisti (un aumento di capitale, quello sì, ci sembra inevitabile), ma almeno non porterebbe i soci attuali a essere quasi estromessi dalla società (come invece succederà col piano attuale). Neanche ‘l’alibi’ che si tratta di una trasformazione imposta dal Governo e dall’Europa basta a giustificare questo ricatto a cui i soci sono stati sottoposti: nel piano di ristrutturazione potrebbe ad esempio essere prevista la scissione della banca in più società, in modo da ridurne le dimensioni e rinviare il problema della trasformazione in Spa, che riguarda solo le banche popolari più grandi”.