ROMA (WSI) – L’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, incassa dall’istituto un milione di euro di compenso per il 2015, in linea col 2014 nonostante la malagestione dell’istituto che ha portato a forti svalutazioni (-5 miliardi di risparmi, in media 42mila per socio) e nonostante le indagini che lo vedono coinvolto per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Tutti i dettagli degli stipendi verranno comunicati il 26 marzo nell’assemblea di bilancio.
Nel frattempo l’autorità Antitrust ieri ha aperto un procedimento contro la banca, ora Spa, per la presunta pratica commerciale scorretta che prevedeva il condizionamento dell’erogazione dei prestiti all’acquisto di azioni o obbligazioni convertibili. Una pratica adottata anche da altri istituti come Etruria e Veneto Banca. Secondo gli accertamenti della Banca centrale europea dell’anno scorso la Popolare di Vicenza aveva erogato finanziamenti per un miliardo con lo scopo di coinvolgere i clienti nell’azionariato: ora le quote della società valgono il 90% in meno del prezzo di acquisto.
Il consiglio di amministrazione attuale è ancora figlio della vecchia gestione per 13 elementi su 18 complessivi. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, il Cda è ancora pieno di “uomini cresciuti fianco a fianco con Zonin”, difficile che compiano azioni punitive nei confronti dell’ex presidente, a prescindere da eventuali responsabilità nella amministrazione della banca.
Può dirsi lo stesso per il collegio sindacale, che potrebbe avviare azioni di responsabilità a carico dell’imprenditore vinicolo: sempre secondo quanto scrive il Corriere, due su tre sono “professionisti di fiducia di Zonin”.
Fonte: Corriere della Sera