NEW YORK (WSI) – La paura di un crollo del mercato obbligazionario e dello scoppio di una nuova crisi nell’area euro stanno innervosendo i gestori di fondi, che devono fare peraltro i conti con tutta una serie di ordini di riscatto senza precedenti da parte della clientela.
La risposta dei money manager in termini di investimenti è stata quella di aumentare la quota di liquidità in portafoglio al 5,8%, in rialzo dal 5,5% del mese scorso. Sono gli stessi livelli registrati successivamente all’esito choc del referendum sulla Brexit. Per risalire a una percentuale più alta bisogna riportare le lancette indietro al novembre del 2001, quando la comunità dei gestori ha assunto in massa una posizione difensiva dopo gli attentati terroristici alle due Torri Gemelle dell’11 Settembre.
Stando al sondaggio effettuato da Bank of America Merrill Lynch tra un campione di gestori con almeno cinquecento milioni di dollari di attivi in gestione, l’ammontare di cash nei portafogli di investimento è superiore ai livelli visti durante la crisi del debito sovrano europea e anche nei giorni di trattative ad altra tensione tra Congresso e governo statunitensi che hanno portato alla debacle sull’innalzamento del tetto del debito pubblico Usa.
Si può facilmente capire i motivi di tanto pessimismo tra gli investitori: come principali fattori di pericolo si temono nell’ordine una rottura dell’Eurozona, uno scoppio della bolla obbligazionaria, l’inflazione in Usa e una vittoria di Trump alle elezioni americane. Sono alcuni degli eventi di rischio principali citati nel sondaggio e riferiti alla stampa da Michael Hartnett, chief investment strategist della banca americana.
Il 18% dei money manager interpellati teme che scoppi il caos nel mercato dei bond, mentre uno su cinque teme che la situazione nell’area euro degeneri e porti a una spaccatura interna insanabile.