In un contesto di crescente avversione al rischio sui mercati finanziari, il portafoglio di investimento ideale dovrebbe avere un’esposizione di circa un terzo nell’oro. A dirlo sono i dati raccolti dal 1968 al 2016, secondo cui il miglior rapporto di rischio e ritorno da investimento si è ottenuto con una percentuale di investimento intorno al 30% in oro.
Va sottolineato, tuttavia, che la percentuale di allocation in oro risultante dalla ricerca condotta da Jeffrey Christian, gestore e fondatore del gruppo CPM, non prende in considerazione gli investimenti nel mercato immobiliare e fa invece riferimento essenzialmente ai mercati azionario e dei bond.
Lo studio citato può servire anche da metodo di previsione dell’andamento dei mercati. I numeri mostrano come, con il senno di poi, per avere ingenti ritorni da investimento senza correre troppi rischi, la proporzione perfetta in un portafoglio composto anche da azioni dell’indice S&P 500 e da titoli di Stato Usa sarebbe stata di circa il 27-30%.
Dal 1980 all’anno scorso il tasso di investimenti in titoli azionari e obbligazionari è letteralmente esploso rispetto a quelli in oro. Il tutto mentre la massa monetaria M2, con la quale vengono misurati i valori di oro e argento, è cresciuta in maniera esponenziale, un trend che difficilmente cambierà a meno che il sistema monetario attuale non subisca delle modifiche.
Oro: speculazioni al ribasso ai minimi dal 2014
In un simile contesto, detenere oro e argento fisico o avere una fetta importante del proprio patrimonio denominato in oro o argento è da ritenere una strategia di investimento più sicura di un portafoglio di investimenti non sufficientemente diversificato, che può essere penalizzato nei casi di volatilità valutaria, di crac di Borsa o di mercato ribassista obbligazionario.
Sui mercati gli investitori sembrano intenzionati a correre ai ripari in vista di un possibile ritracciamento di Borsa e di sconvolgimenti nel mercato del reddito fisso. Stando all’ultimo rapporto di Commitment of Traders (COT), le posizioni speculative lunghe in oro sono aumentate per la quinta settimana di fila, mentre quelle short sono calate per la quarta settimana consecutiva su livelli che non si vedevano dal 2014.
Gli investimenti speculativi rialzisti sono ai massimi da settembre, con il rapporto tra posizioni lunghe e short che si è ampliato ai massimi da quando l’anno scorso il prezzo dell’oro scambiava ben sopra quota 1.300 dollari l’oncia.