(Teleborsa) – La detenzione di «golden shares» nella Portugal Telecom da parte dello Stato portoghese costituisce una restrizione ingiustificata alla libera circolazione dei capitali. E’ questa la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, secondo cui tali «golden shares» attribuiscono allo Stato portoghese un’influenza sulle adozioni di decisioni dell’impresa che può scoraggiare gli investimenti da parte di operatori di altri Stati membri. La Portugal Telecom (PT) è stata creata nel 1994 in seguito alla ristrutturazione del settore delle telecomunicazioni portoghesi ed all’avvio del processo di privatizzazione, che prevedeva, laddove lo esigessero motivi di interesse nazionale, l’assegnazione di azioni privilegiate allo Stato, con di garantire un diritto di veto sulle modifiche statutarie e su altre decisioni riguardanti un determinato settore. Lo statuto della PT è stato adottato nel 1995 quando lo Stato portoghese deteneva il 54,2% del capitale sociale. Esso prevede che il capitale sociale è costituito da 1 025 800 000 azioni ordinarie e da 500 azioni privilegiate («golden shares»). Alla conclusione della sua privatizzazione, tutte le partecipazioni pubbliche della PT sono state vendute, fatta eccezione per 500 azioni privilegiate. In seguito, la Commissione europea ha contestato i diritti speciali che lo Stato portoghese detiene nella società Portugal Telecom in forza delle «golden shares». Con la sua sentenza pronunciata oggi, la Corte di giustizia dichiara che, mantenendo nella PT diritti speciali attribuiti da «golden shares», il Portogallo è venuto meno agli obblighi ad esso incombenti in forza della libera circolazione dei capitali. In primo luogo, la Corte ritiene che l’esercizio dei diritti speciali conferiti al Portogallo nella PT dalle «golden shares» costituisca una restrizione della libera circolazione dei capitali. In secondo luogo, la Corte dichiara che la restrizione controversa non può essere ammessa sulla base delle giustificazioni fatte valere dal Portogallo relativi alla sicurezza nazionale in caso di eventi eccezionali, quali crisi, guerre o atti di terrorismo.
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