Economia

Portogallo nel caos, governo sfiduciato

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LISBONA (WSI) – Si riaccende la tensione in Eurozona, dopo che il Portogallo è entrato in una crisi politica che rischia di portare instabilità in uno dei paesi della periferia che ha fatto ricorso ai piani di aiuto e ad anni di sacrifici e rigore.

Il governo pro austerity di Passos Coelho passerà alla storia come uno dei governi di più breve durata del Portogallo. L’esecutivo di centro destra appena eletto è stato estromesso con un blitz parlamentare che porta la firma dei Socialisti.

Il premier Coelho estromesso è stato alla guida del paese negli ultimi travagliati di crisi del debito e piani di aiuti esterni. È stato tradito – come il mercato per la verità si aspettava già da qualche giorno – dai suoi ‘alleati’ di circostanza della coalizione, facenti parte del centro sinistra.

Sul mercato del reddito fisso, vengono ancora colpiti dalle vendite i titoli di Stato portoghesi. Ora in Eurozona si teme un nuovo caso Grecia, che da parte sua deve peraltro ancora ricevere la tranche da 2 miliardi di euro di aiuti dai creditori. La Troika non è del tutto soddisfatta dei progressi fatti e uno dei nodi principali che rimane da sciogliere riguarda le tutele eventuali da fornire a chi si è visto o si vedrà pignorare la casa.

L’amministrazione portoghese a guida centro destra ha perso la mozione parlamentare indetta dal centro sinistra con 123 voti contrari e 107 a favore. Ora nascerà con tutta probabilità un nuovo governo anti austerity, formato da Socialisti, Comunisti e Sinistra. L’alternativa per il Presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva (foto in alto) è tra questa soluzione e un cosiddetto “governo tecnico”. Nel caso si optasse per un governo di transizione, bisognerebbe invece aspettare da costituzione almeno sei mesi prima di poter tenere nuove elezioni.

I rendimenti dei titoli portoghesi, con i quali il Tesoro deve rifinanziarsi sui mercati, continuano la loro corsa ma gli analisti invitano alla cautela sottolineando che ancora non si tratta di una crisi paragonabile a quella greca. Innanzitutto i livelli di debito e deficit sono più gestibili, e poi – dice Commerzbank in una nota – in questo caso “il governo sarebbe guidato da un partito di centrosinistra e soltanto appoggiato dalla sinistra più radicale” come invece accaduto ad Atene con Syriza.

Infine, “il Portogallo non dipende dai finanziamenti esterni come la Grecia”. Detto questo non è da escludere che se la reazione dei mercati sarà negativa, come è lecito attendersi almeno sul breve, per le finanze pubbliche ancora convalescenti dopo anni di sacrifici e rigore per raggiungere il rientro di bilancio e restituire i prestiti ottenuti dalla Troika, le cose potrebbero mettersi male.