NEW YORK (WSI) – Come ha predetto un ex vice comandante della Nato, l’alleanza transatlantica e la Russia sono sull’orlo del conflitto, come non accadeva dai tempi della Guerra Fredda. Il 18 maggio l’ex generale britannico Alexander Richard Shirreff, in carica dal 2011 al 2014, ha dichiarato al Guardian di essere infuriato con le autorità britanniche per il fatto che non si stiano preparando con urgenza una guerra contro la Russia.
Secondo Shireff la Russia è diventato ormai “l’avversario più pericoloso dell’occidente e le azioni di Putin possono essere fermate solo se l’occidente si dà una svegliata e si rende conto che la possibilità di uno scontro militare con i russi è reale e pertanto che è giunto il momento di fare qualcosa il più presto possibile”.
Lo scenario delineato dall’ex generale è da paura: stando alle sue previsioni per sfuggire all’accerchiamento della Nato la Russia assumerà il controllo del territorio orientale dell’Ucraina, un’area, quella della regione di Donbass, che è infangata in una guerra civile da cinque anni.
Russia invaderà Ucraina e poi Baltico
Sempre secondo il generale inglese, nel 2017 lo scoppio di una guerra nucleare con il vecchio nemico del periodo post seconda guerra mondiale è “assolutamente possibile”. Dopo aver conquistato l’Ucraina dell’Est, la Russia passerebbe all’invasione dei tra stati del Baltico, tutti membri della Nato.
Un’operazione del genere, sostiene Shirreff, sarebbe mossa dalla percezione di una certa debolezza della Nato e dalla convinzione di dover tentare tutto il possibile pur di evitare di venire accerchiata dalle forze dell’alleanza transatlantica.
In due conferenze stampa distinte ieri, il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg e l’ambasciatore della Nato Daglas Lute, hanno inserito in programma l’agenda russa chiedendo che venisse affrontata la questione.
Entrambi i leader della Nato hanno annunciato che oggi verrà firmato il protocollo di annessione del Montenegro all’alleanza transatlantica. In un’affermazione di forza da parte della Nato, almeno a parole, per mostrare le sue mire espansioniste nell’ambito della sua politica delle “porte aperte”, l’organizzazione ha citato esplicitamente anche la Georgia.
Russia si sente accerchiata dalla Nato
La scintilla che ha fatto scoppiare le polemiche anti Nato in Russia è stata proprio l’annessione del Montenegro. Quello che teme maggiormente il Cremlino, difatti, è l’espansione della Nato nell’area di controllo russa nei Balcani e nel Baltico, punto nevralgico dello scontro diplomatico e geopolitico tra l’occidente e la Russia.
Per l’Europa, invece, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’annessione della Crimea unita al contributo fornito dalle forze di Mosca ai ribelli filo russi nella lotta per la conquista dell’area orientale dell’Ucraina. L’ex repubblica sovietica è governata da forze pro europee di destra, guidate dal presidente Petro Oleksijovyc Porosenko che con un putsch armato nel 2014 ha portato alla caduta dalla presidenza del filo russo Viktor Yanukovyc e a un avvicinamento dell’Ucraina verso l’Unione Europea dal 25 maggio di quell’anno in avanti.
I russi sostengono siano state le autorità occidentali a macchinare le manifestazioni anti governative e il golpe successivo. La storia ci dice che Porosenko è stato tra i principali sostenitori, in particolare economici, delle proteste anti governativa (che sono andate sotto il nome di Euromaidan, scelto dall’emittente radiofonica Radio Free Europe che ha preso ispirazione dal nome della piazza principale di Kiev, Maidan, piazza dell’indipendenza) scoppiate tre anni fa. L’apporto delle forze armate sarebbe invece stato garantito dal movimento ultra nazionalista di estrema destra Settore Destro.
Fonti: The Guardian ; RT