Poste Italiane: conto alla rovescia per la vendita della seconda tranche, date e lotti minimi
Si fanno più insistenti i rumors stampa sulla vendita della seconda tranche di Poste Italiane con cui il Tesoro, che resta maggiore azionista del gruppo, collocherà sul mercato una parte del pacchetto azionario in suo possesso, il 14% per la precisione, in linea con il piano di privatizzazioni del governo Meloni.
Attualmente la partecipazione statale nel gruppo è così composta: il 35% è in mano a Cassa depositi e prestiti mentre il 29,26% posseduta direttamente tramite il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Sul mercato, la restante quota pari al 35,74%.
Date e lotti
Secondo le indiscrezioni in circolazione in queste ultime ore, l’offerta pubblica di vendita dovrebbe tenersi dal 21 al 25 ottobre. Della quota che verrà collocata, il 35% dovrebbe essere riservata ai risparmiatori retail e all’interno di questa soglia una parte verrebbe destinato ai dipendenti di Poste. Il restante 65% potrà essere prenotato dagli investitori istituzionali. L’incasso atteso per il MEF, basato sui valori di mercato attuali, dovrebbe essere di circa €2.3 miliardi.
In merito poi alle modalità di acquisto, aspettando notizie ufficiali dal ministero dell’Economia e le banche del consorzio di collocamento, si parla di un pacchetto minino di azioni di 250 azioni, ovvero un pacchetto dimezzato rispetto alla quotazione nel 2015, per contenere la spesa per i risparmiatori.
Il Sole 24 Ore ricorda a questo proposito che, “è alquanto probabile che la struttura dei lotti per la vendita della seconda tranche sia molto simile a quella dell’Ipo. Poiché, però, nel frattempo il prezzo del titolo è raddoppiato è probabile che il numero di azioni base per i lotti sia ridotto, probabilmente dimezzato. E questo per rendere il prezzo accessibile per i risparmiatori e per i dipendenti. Se fosse mantenuto il lotto da 500 azioni il costo sarebbe di 6.350 euro, non proprio popolare. Per i dipendenti sarebbe di 635 euro. Più plausibile che i lotti siano dimezzati: quello per il lotto minimo diventerebbe 3.175 euro, per comprare mille azioni. Per i dipendenti i lotti potrebbero essere di 25 azioni, ad un costo di 317 euro”.
Banche coinvolte nel collocamento
Annunciato venerdì l’elenco delle banche per il collocamento di una parte della quota attualmente detenuta dal MEF (~14% del capitale di Poste Italiane sarà oggetto di privatizzazione). Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UniCredit, Citi, Deutsche Bank e JP Morgan agiranno come global coordinators, mentre Barclays, Bnp Paribas, Morgan Stanley, Société Générale e Ubs agiranno come joint bookrunner.Il Prospetto Informativo sarà depositato in Consob all’inizio della prossima settimana per essere approvato entro la fine della stessa.
Secondo gli analisti di Websim,
“le tempistiche indicate dalla stampa ci sembrano ragionevoli, mentre restano da definire le forme di incentivazione che saranno previste soprattutto per gli investitori retail. Ci aspettiamo che, coerentemente con quanto avvenuto in sede di IPO, possano essere previste forme di incentivazione in forma di sconto o in forma di bonus shares (in sede di IPO previste per investitori retail 1 azione aggiuntiva per ogni 20 sottoscritte da assegnarsi dopo 12 mesi dal collocamento, 1 ogni 10 per i dipendenti). Non ci aspettiamo uno sconto particolarmente ampio rispetto al prezzo di mercato anche in considerazione dell’interim dividend sui risultati 2024 che verrà staccato il 18 novembre (stimiamo €0.30 per azione)”