La Fed è pronta ad accelerare la velocità dei rialzi dei tassi, se questo dovesse servire a calmierare l’inflazione. I riflettori della comunità economica sono puntati sulle parole di Jerome Powell, presidente della Fed, il quale ha detto in maniera particolarmente chiara che i tassi potrebbero raggiungere un livello più alto rispetto a quanto era stato anticipato in precedenza.
Powell ha poi proseguito spiegando che la Fed è pronta ad accelerare la velocità dei rialzi, nel caso in cui questo dovesse essere necessario. La strada per far calare l’inflazione è ancora lunga, ma soprattutto è piena di ostacoli.
Powell, la Fed pronta ad accelerare sui tassi
Sostanzialmente questo significa che la Fed potrebbe spingere sull’acceleratore, e andare più spedita con il rialzo dei tassi. Eventuali decisioni, comunque vada, saranno prese esclusivamente riunione per riunione, andando a guardare i dati economici. Powell ha sottolineato che “l’intenzione è quella di riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%: questo richiederà, con ogni probabilità, il mantenimento di una politica restrittiva per molto tempo. Andremo avanti fino a quando il lavoro non sarà finito”.
A darci qualche indicazione su quelle che potrebbero essere le decisioni future sono gi swap Fed, che indicano un aumento dei tassi di interesse pari allo 0,50% nella prossima riunione del 21 e 22 marzo,
Le reazioni
Dopo le osservazioni effettuate da Jerome Powell, il rendimento del Tesoro a due anni è salito al livello più alto dal 2007: sono, infatti, aumentate le scommesse su un ritorno a rialzi aggressivi dei tassi da parte della Fed.
Più sensibile ai rialzi dei tassi, il rendimento del Tesoro a due anni è balzato di 12 punti base al 5,021%, che costituisce il livello più alto da sedici anni a questa parte, con una curva che è stata ampiamente invertita sul decennale. Le vendite sono scattate pochi minuti dopo che Powell ha indicato che la Fed potrebbe accelerare il ritmo di inasprimento dopo un rallentamento a febbraio a seguito di forti dati economici.
Sono previsti dei tempi lunghi
Powell ha spiegato che con “un’inflazione ben al di sopra del nostro obiettivo di lungo periodo del 2% e con un mercato del lavoro che rimane estremamente forte, il Fomc ha continuato a inasprire l’orientamento della politica monetaria, aumentando i tassi di interesse di 4-1/2 punti percentuali nell’ultimo anno. Continuiamo a ritenere che i continui aumenti dell’intervallo obiettivo del tasso sui fondi federali saranno appropriati per raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo da riportare l’inflazione al 2% nel tempo. Inoltre, stiamo proseguendo il processo di riduzione significativa delle dimensioni del nostro bilancio”.
Powell ha proseguito spiegando che in questo momento si stanno iniziando a vedere i primi effetti delle azioni politiche sulla domanda nei vari settori economici più sensibili agli interessi. Il numero uno della Fed ha osservato, comunque, che ci vorrà del tempo perché gli effetti della restrizione monetaria si vadano a manifestare pienamente, soprattutto sull’inflazione.
Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, ritiene che non sia completamente da escludere l’ipotesi che, nella prossima riunione del FOMC, la Fed possa optare per un rialzo dei tassi di 50 punti base. Secondo Diodovich il mercato del lavoro è ancora forte e le pressioni inflazionistiche sono ancora crescenti.