ROMA (WSI) – Entra nel vivo la riforma del processo penale con circa 800 emendamenti presentati tra cui quelli che riguardano la prescrizione. Fa discutere la proposta avanzata dai relatori di maggioranza i senatori Felice Casson e Giuseppe Cucca del Pd al Ddl di riforma del processo penale, che prevede lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
Nell’emendamento si legge che “la prescrizione cessa comunque di operare dopo la sentenza di primo grado”.
Nei dettagli la proposta contenuta nell’emendamento di Giuseppe Luigi Cucca e Felice Casson (Pd) prevede da una parte la cessazione del decorso della prescrizione dalla sentenza di primo grado, dall’altro il raddoppio dei termini della stessa prescrizione, fino alla sentenza di primo grado ma solo per i reati di corruzione.
Tra le altre proposte di modifica presentate per il Ddl di riforma del processo penale in tema di prescrizione si trova anche quella che prevede che il termine della prescrizione parta dal giorno in cui la notizia di reato perviene o viene acquisita dal pubblico ministero. Oggi, in base all’articolo 158 del codice penale, per il reato consumato, la prescrizione decorre dal giorno della consumazione dello stesso.
La proposta dello stop al decorso della prescrizione dal 1° grado trova il consenso anche del Movimento 5 Stelle come affermano i capigruppo pentastellati in Commissione Giustizia Enrico Cappelletti e Vittorio Ferraresi.
“M5S è pronto a votare anche questa misura che è comunque un buon passo avanti”, sebbene venga dal governo Renzi, osteggiato dal movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, molto vocale negli scranni parlamentari dell’Opposizione.
Lo stesso Movimento 5 Stelle ha presentato altri emendamenti che riguardano le norme sulle intercettazioni, sul voto di scambio, e sulla delega relativa all’ordinamento penitenziario. A proporre invece una mediazione per quanto riguarda la prescrizione per il reato di corruzione è il Ncd che ha chiesto di portare il tetto della prescrizione a 16 anni e mezzo e non a 21 anni e 9 mesi come prevede attualmente la riforma del processo penale al vaglio della commissione giustizia del Senato.