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(WSI) – «Grazie alla domanda globale e alla progressiva riduzione delle scorte nel 2007, il comparto delle commodity tornerà a brillare dopo la correzione accusata nella seconda metà di quest’anno. Questo nonostante i problemi legati alla frenata dell’economia statunitense». È l’opinione di Daniel Brebner, strategist del settore materie prime, attualmente chief analist a Ubs. Da gennaio l’indice Crb, paniere di riferimento per il comparto, ha perso oltre il 7% (16,5% se calcolato in euro).
«Per ottenere performance degne di nota – precisa l’analista – occorre individuare le commodity caratterizzate da una scarsa elasticità della domanda e da elevati costi marginali di produzione». Sulla base di questi criteri Brebner segnala il potenziale rialzista di oro, petrolio, alluminio e grano. Nel dettaglio, secondo le stime della banca d’affari elvetica, nei prossimi mesi le quotazioni del metallo prezioso torneranno a superare i 700 dollari per oncia. A trainare i corsi saranno la rinnovata richiesta da parte dell’industria gioielliera (soprattutto asiatica) e la domanda finanziaria legata a prodotti come gli Etf.
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Per quanto riguarda il greggio, i driver saranno i sempre più alti costi di estrazione e raffinazione causati dal progressivo esaurimento dei grossi giacimenti di «qualità». Questo anche ipotizzando una domanda costante rispetto al 2006 e l’assenza di tensioni geopolitiche. Sull’alluminio il prezzo medio atteso nei prossimi dodici mesi è di 3.200 dollari per tonnellata, oltre il 10% rispetto alla quotazione attuale.
A fare la parte del leone sarà, anche per questo metallo, la richiesta asiatica. Tra le soft commodity, infine, Brebner segnala le potenzialità rialziste del grano determinate dalla costante diminuzione dell’offerta degli Stati Uniti, maggiore produttore mondiale. «Attenzione invece – avverte l’analista – a operare sull’argento, data l’eccessiva volatilità che caratterizza i corsi e il recente incremento della capacità produttiva mondiale».
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