Dopo la batosta di fine 2018, in un report video Alessandro Fugnoli, rinomato strategist di Kairos, dice di prevedere una reazione positiva nella prima parte del 2019 per i mercati finanziari.
Per capire il nuovo anno bisogna prima capire cosa è successo nel 2018, un periodo iniziato all’insegna dell’euforia ma poi conclusosi con un “pessimismo cupo”, secondo l’analista, che citato quattro fattori chiave necessari per fare il bilancio dell’anno appena finito e per aiutare ad affrontare l’attuale scenario macro-economico incerto.
- Il primo è di ordine geopolitico con la crisi dei rapporti tra Stati Uniti e Cina e l’idea di un ritorno del protezionismo su scala globale, lo scollamento dell’Europa con la crisi tra Italia e Unione Europea e la Brexit.
- In secondo luogo una serie di fattori economici: un rallentamento della crescita “graduale ma ben percepibile” nella maggior parte dei paesi del mondo. Si è tramutato in un calo delle attese sugli utili delle società quotate: dal 10% la previsione è stata drasticamente tagliata.
- Poi le banche centrali hanno intrapreso la strada della normalizzazione in modo più aggressivo, con la Federal Reserve che ha alzato i tassi quattro volte. Ma le politiche sono cambiate anche per le altre banche centrali. L’alleggerimento del QE in Giappone, la fine del bazooka monetario in Europa e il cambio di strategia della Fed.
- Infine ci sono ragioni tecniche: “i portafogli si sono gradualmente appesantiti di rischio e di fronte al manifestarsi dei problemi citati sopra, “ci siamo trovati troppo carichi e la reazione è stata quella di alleggerire”. I fattori si sono incrociati l’uno con l’altro e hanno provocato la caduta pesante dell’ultimo trimestre.
Quest’anno le cose stanno cambiando. Dal fronte geopolitico ad esempio alcuni nodi stanno per essere sciolti: nel 2019 il dialogo serrato tra Cina e Stati uniti porterà a risultati positivi sul piano commerciale, mentre Italia e Ue hanno appianato le loro differenze sulla legge di bilancio. Lato Brexit la situazione è ancora aperta ma si lavora a una soluzione che non sia Hard Brexit.
Sul piano monetario Fugnoli osserva che “abbiamo visto una Fed più disponibile” e questo comporta che “nel primo trimestre difficilmente vedremo una stretta monetaria Usa“.
Dal punto di visto tecnico, “le massicce vendite” del quarto trimestre hanno portato a “portafogli più equilibrati” e quindi meno carichi di asset rischiosi, “in alcuni casi addirittura sottopesati“. “Anche da questo punto di vista abbiamo quindi una spinta” a inizio 2019.