Tutte le maggiori economie mondiali, ad eccezione del Giappone e degli Usa, cresceranno meno del previsto sia nel 2019 sia nel 2020. Secondo il Fondo monetario internazionale, che ha aggiornato le sue previsioni sull’andamento del Pil, la crescita mondiale per l’anno in corso rallenterà di due decimali rispetto a quanto stimato a luglio, al 3%, e di un decimale nel 2020, con un Pil previsto in crescita del 3,4%.
Al deterioramento del quadro generale non esce indenne l’Italia, il cui Pil resterà fermo nel 2019 (contro una previsione di crescita allo 0,1% dello scorso luglio) e avanzerà dello 0,5% nel 2020; ben tre decimali in meno rispetto alle precedenti stime del Fmi.
Il contraccolpo più forte, però, lo subisce la Germania, le cui stime per l’anno in corso e il successivo sono state tagliate, rispettivamente, di due e di cinque decimali (per una crescita attesa del +0,5% e +1,2%).
“Le prospettive globali rimangono precarie “, ha affermato il Fondo monetario nella sua relazione annuale, “con una crescita [globale] del 3%, non c’è spazio per errori politici”.
Il Fmi ha ricordato come l’attività manifatturiera, dalla conclusione della crisi finanziaria globale, non ha mai dato segni di debolezza tanto evidenti.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti il quadro del Fmi è peggiorato nella previsione relativa all’anno in corso, ma è migliorato per il 2020. Il Fondo ha tagliato di due decimali la crescita Usa per il 2019 al 2,4%, mentre ha incrementato di due decimali la previsione per l’anno successivo: +2,1%.
L’indicatore anticipatore della recessione di Bloomberg Economics aveva fornito segnali meno rassicuranti per i prossimi 12 mesi, con una probabilità di recessione stimata al 27%.