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Prima volta a Washington: Obama ammette le sue colpe

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NEW YORK (WSI) – È passato solo un mese dal suo lancio, ma alla riforma sanitaria Usa ne sono già successe di tutti i colori. L’Obamacare suscita ancora polemiche dopo le avversità, gaffe e problemi, non solo tecnici, subiti, che hanno permesso a comici e opposizione di sbizzarrirsi nelle prese in giro.

Gli Stati Uniti si trovano in una situazione kakfiana. Il sito internet HealthCare.gov non funziona in maniera ottimale, gli americani che desiderano cambiare polizza assicurativa, come la nuova legge permette loro di fare, non possono perché i contratti vengono annullati contrariamente alle promesse del presidente Barack Obama.

Sono solo alcuni degli esempi dei “bugs” della riforma che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio e che punta a ridurre i costi dell’assistenza medica, rendendo obbligatoria per tutti la sottoscrizione di una polizza assicurativa. L’obiettivo è rendere più conveniente l’assicurazione ai milioni di americani che al momento non si possono permettere una copertura sanitaria.

I problemi e le controversie che hanno suscitato non fanno che confortare e dare forza all’opposizione che già aveva fatto sentire la voce durante la paralisi federale delle attività non essenziali (il cosiddetto ‘shutdown’). L’amministrazione di Washington in quel caso aveva potuto scaricare le colpe sull’ala conservatrice del Tea Party per il comportamento tenuto, considerato irresponsabile.

Ora, prima che i dibattiti sul piano di bilancio e l’innalzamento del tetto del debito riprendano a inizio 2014, Washington si trova a dover risolvere un’altra grana.

A dimostrazione del momento critico in cui si trova, l’inquilino della Casa Bianca, di solito pieno di auto stima e dotato di grande polso, ha mostrato una faccia insolita che raramente mostra agli americani: quella dell’umiltà.

È salito sul podio per dire che teme di aver perso la fiducia della gente e che è pronto ad assumersi tutte le colpe per i problemi che ha generato la legge simbolo della sua presidenza.

La concessione è stata indiretta, ma rappresenta in ogni modo un fatto insolito nella storia della presidenza americana. Washington, infatti, raramente ammette gli errori commessi.

“Ci sono momenti in cui siamo stati criticati ingiustamente”, ha detto Obama riferendosi agli attacchi subiti negli ultimi cinque anni, “ma stavolta ce lo siamo meritati“.

Dopo il famoso discorso sulla razza pronunciato a Philadelphia il 18 marzo 2008 (“A more perfect union“), l’intervento di ieri può essere considerato forse il più importante per la svolta che potrebbe dare ai rapporti di potere tra i politici e cittadini.