Roma – Pier Luigi Bersani al 44,9 % con 1.393.990 voti, Matteo Renzi al 35,5 % con 1.103.790 voti: sono i dati ufficiali finali diffusi dall’Ansa. I votanti sono stati 3.107.658. Bersani vince in tutte le regioni tranne Toscana ,Umbria e Marche che vanno al sindaco di Firenze.
L’agenzia Dire intanto ha confermato i dati, aggiungendo che Nichi Vendola si e’ attestato al 15,6% con 485.158 voti.
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Roma – Spoglio a rilento per i risultati delle primarie del centrosinistra. Alle 2,25, ultimo aggiornamento sul sito delle primarie, erano meno della metà le sezioni scrutinate: 3.992 su 9.232. Confermata comunque la tendenza emersa finora: Bersani in testa con un distacco di otto punti percentuali rispetto a Renzi, ballottaggio in vista.
I dati ufficiali arriveranno solo alle 18, dopo il via libera da parte del comitato dei garanti, ma con il ballottaggio ormai certo tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi si riaccendono le polemiche della campagna per le primarie. Dopo la giornata del voto, contraddistinta dal fair play, si torna a discutere sulle regole delle primarie e anche sui risultati del primo turno.
Per il comitato promotore delle primarie i dati “ufficiosi”, che riguardano comunque il “90% dei seggi”, parlano di un distacco del segretario del Pd sul sindaco di Firenze di quasi dieci punti percentuali. Bersani si afferma primo con il 44,9%, seguito da Renzi al 35,5%, da Nichi Vendola al 15,6%, da Laura Puppato al 2,6% e da Tabacci all’1,4%. Dati prontamente smentiti dallo staff di Renzi secondo il quale le distanze sarebbero minori con Bersani al 43,4% e Renzi al 38,8%.
C’è di più. I renziani con Nicola Danti chiedono al quartier generale del partito di “pubblicare on line sul sito tutti i verbali dei nove mila seggi” e contestano il metodo, perchè “aggregare i dati su base provinciale come ha fatto Nico Stumpo è molto discutibile”. E Roberto Reggi chiede che al secondo turno si possa far votare tutti.
Matteo Renzi, con lo sguardo un po’ stanco e la voce roca per la lunga nottata elettorale, si dimostra comunque soddisfatto del risultato (“siamo stati isolati da tutto il gruppo dirigente del partito e comunque siamo tra il 35 e il 39%) e pronto a dare battaglia.
Il sindaco “dà per assodato” che i voti di Vendola finiranno a Bersani ma “pancia a terra” vuole giocare fino in fondo la sua partita cercando di “recuperare” tutti i voti possibili. Bersani trascorre a casa, a Piacenza (dove vince al primo turno con oltre il 50% dei voti), l’intera mattinata e una conferenza stampa è annunciata per le 15, proprio nella sua città.
Ma la partita dei ballottaggi e’ aperta. Vendola, difatti, fa sapere di voler “ascoltare puntigliosamente Bersani e Renzi” per “orientare il proprio sostegno”. Nel Pd, nonostante sia praticamente scontato l’appoggio al segretario Bersani date le distanze che separano il governatore della Puglia dal sindaco di Firenze (che non manca di attaccare parlando della “gigantesca bolla mediatica” che lo circonda) si ha, però, anche la convinzione che il leader di Sel non lo farà a costo zero anche sul fronte di eventuali futuri incarichi.
Nell’analisi del voto, tra l’altro, il leader di Sel mette l’accento sul suo buon risultato in Puglia dove, evidentemente, una parte del Pd ha scelto lui. A Bari città è addirittura al 51%. Un dato, quello pugliese, che per il leader di Sel è anche un tributo al suo buon governo nella regione. Male per Vendola è andata invece nelle regioni rosse. In Emilia e Toscana, si à addirittura fermato sotto il 10%. Un segno di una campagna molto “polarizzata” su Bersani e Renzi, anche, appunto, nel racconto che ne hanno fatto i media. Una “disputa asimmetrica”. Per Vendola, però, si è trattato di una battaglia “contro due giganti” che è valso la pena di correre. Anche perché, anche in vista delle politiche, chi sarà alla guida del centrosinistra “dovrà parlare con noi”.
Questo il quadro fino ad ora che solo dati ufficiosi sono a disposizione: Bersani è primo con il 44,33% dei consensi (523.870 voti), al secondo posto Renzi con il 36,29% (428.755), al terzo Nichi Vendola con il 15,21% (179.760 voti), al quarto Laura Puppato con il 2,97% (35.099 voti), ultimo Bruno Tabacci con l’1,2% (14.142 voti). Boom per quanto riguarda l’affluenza alle urne: hanno votato quasi 4 milioni di cittadini.
I dati definitivi delle primarie verranno diffusi solo in serata, ma non dovrebbero discostarsi di molto da quelli forniti in nottata. I riflettori sono ora puntati sul ballottaggio che si svolgera’ domenica prossima, 2 dicembre. Ottima partecipazione al voto con oltre 3 milioni e mezzo di partecipanti, pero’ niente record di affluenza, che resta alle primarie del 2005 con l’elezione di Romano Prodi a candidato premier per l’ Unione.
Al di la’ della spavalderia ostentata dal sindaco di Firenze nella campagna elettorale, la verita’ e’ che lui e il suo staff non pensavano di superare il 30% al primo turno. Mentre Bruno Tabacci (1,2%) e Laura Puppato (3%) ottengono piu’ o meno quello che si aspettavano (il primo sperava in qualcosa di piu’), lo sconfitto appare Nichi Vendola con il suo piu’ o meno 15% (percentuale simile a quella ottenuta da Fausto Bertinotti nelle primarie del 2005).
Prima dell’avvento del fenomeno Renzi, era stato proprio il leader di Sel a chiedere con forza che il centrosinistra si riorganizzasse a partire dalle primarie e fino a un anno fa il governatore della Puglia era dato addirittura per possibile vincitore come è avvenuto per gli esponenti del suo partito nelle elezioni comunali di Milano, Genova e Cagliari.
Gli 8 punti percentuali che dividono Bersani da Renzi non sono incolmabili, secondo commentatori e sondaggisti. Gli elettori di Vendola potrebbero non essere motivati a tornare al voto per sostenere il segretario del Pd. E nell’elettorato del presidente della Puglia potrebbero esserci molti che guardano a Renzi come soggetto di rinnovamento del centrosinistra o che possono votarlo con l’obiettivo di destabilizzare il Pd.
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Renzi e’ inoltre accreditato di virtu’ espansive per quanto riguarda il consenso sia all’interno del tradizionale elettorato di centrosinistra, sia fuori dal bacino di riferimento piu’ vicino. Il suo buon risultato nelle primarie conferma in aggiunta che il sindaco di Firenze e’ riuscito a intercettare l’onda politica prevalente di questa fase politica: quella che chiede rinnovamento di contenuti e dei gruppi dirigenti.
Una prima analisi della distribuzione geografica del voto indica che gli 8 punti di percentuale che dividono Bersani da Renzi potevano essere ancora meno se al sud i consensi per il sindaco di Firenze fossero stati omogenei a quelli ottenuti da Roma in su. Il radicamento territoriale ha premiato i diversi candidati: oltre il 50% per Bersani in Emilia Romagna, vittoria di Renzi a Firenze e in Toscana, ottimo risultato per Vendola in Puglia mentre Puppato vince nella sua cittadina di Montebelluna, che in passato ha governato come sindaco e buon risultato in Veneto. ”Sono stracontento, e’ stata una giornata magnifica”.
“Le ho volute, e volute aperte, queste primarie. E ho avuto un risultato molto forte. Chi vince e’ candidato premier dei progressisti, poi si vedra’. Bene al sud? Posso dire che la sofferenza c’e’ in tutta Italia, ma nel sud c’e’ una sofferenza molto particolare. E io ho orecchio per la sofferenza. Credo che tutti e cinque ora dobbiamo fare una cosa insieme. Intanto berci una birra”, dichiara Bersani con soddisfazione. Distensivo il commento di Renzi: ”Un saluto particolare agli amici competitor Vendola, Tabacci e Puppato: hanno combattuto una battaglia bella. Il centrosinistra che verra’ avra’ bisogno e desiderio di coinvolgerli. Un abbraccio particolare a chi ha vinto queste primarie, Pierluigi. A lui un grande applauso di stima, rispetto e per molti aspetti di affetto”.
Il sindaco di Firenze continua: ”Si riparte da zero a zero. Molti hanno detto che i renziani avrebbero preso i voti della destra. Ma quali voti della destra. Abbiamo vinto in tutti i comuni in cui pensavano di vincere loro. Anche nei luoghi simbolo della Toscana, anche in parte dell’Emilia Romagna. Se perderemo, appoggeremo Bersani per dare un futuro migliore agli italiani”. Renzi non si da’ sconfitto nel ballottaggio: ”Se fossimo a Sanremo, ci darebbero il premio della critica ma noi vogliamo vincere il Festival”. Anche se dovesse perdere il Festival, la percentuale ottenuta nelle primarie e quella che potrebbe ottenere nel ballottaggio collocano Renzi nel Pd su posizioni di forza che il gruppo dirigente del partito non dovrebbe sottovalutare almeno di fargli la guerra, come annunciato da Massimo D’Alema quando ha deciso di non ricandidarsi o da Rosy Bindi ieri sera in tv nel corso della partecipazione allo speciale del Tg3 (non sembra questa la linea scelta da Bersani).
Vendola ha una spiegazione per il suo risultato deludente: ”Faccio i complimenti a Bersani e a Renzi. Essi ovviamente hanno goduto di un vantaggio, i grandi gruppi editoriali e le tv che hanno raccontato queste primarie quasi fossero un congresso del Pd, in alcuni casi faziosamente. Ho dovuto affrontare le grandi armate del Pd mobilitate in maniera abbastanza capillare. Sono andato a mani nude contro due giganti. Noi abbiamo introdotto dentro questa contesa temi che fanno bene al centrosinistra”. Tabacci e Puppato sono soddisfatti di aver dato il proprio contributo al centrosinistra, il primo dimostrando che il centro puo’ far parte della coalizione senza fondare nuovi partiti e la seconda introducendo con forza i temi ecologici e del cambiamento degli stili di vita a favore del ruolo delle donne come possibili nuovi paradigmi politici di riferimento.
Cosa farà Vendola
“Sceglieremo in base alle parole. Non voglio ragionare come se fossi l’ago della bilancia”. Stanco ma con voce decisa, Nichi Vendola ha risposto così ai giornalisti che gli hanno chiesto se appoggerà Pier Luigi Bersani o Matteo Renzi in vista del ballottaggio del prosimo due dicembre. L’esito del voto del primo turno delle primarie del centrosinistra ha visto il governatore della Puglia medaglia di bronzo, preceduto dal segretario del Pd e dal sindaco di Firenze.
Intanto intervengono anche i bookmaker: al ballottaggio del 2 dicembre per decretare chi guiderà la coalizione, nelle quote degli scommettitori il segretario del PD parte favorito. Bersani e’ quotato a 1.40. Parte piu’ indietro invece Matteo Renzi: in lavagna la vittoria del sedicente “rottamatore” si gioca a 2,55. Chi scomettesse 100 euro, ad esempio, ne incasserebbe 255. (TMNews-Ansa)
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di Cristina Ferrulli
Roma – Pier Luigi Bersani per ora può festeggiare solo il grande successo della partecipazione: le primarie del centrosinistra sono state un successo con oltre 3,5 milioni di votanti e code, anche se ordinate, ci sono state per tutta la giornata ai seggi. Ma il segretario Pd dovrà aspettare un’altra settimana, ed un ballottaggio che si annuncia agguerrito, per sapere se sarà lui il candidato premier del centrosinistra. Perché se, ad un terzo dello spoglio, Bersani é in testa con il 44,6 per cento, Matteo Renzi è al 36,9% mente Nichi Vendola è al 14,4, Laura Puppato al 3% e Bruno Tabacci all’1,2%.
Sin dal primo mattino si capisce che la sfida per la premiership avrà grandi numeri: alle 11 hanno votato già 940mila persone, come comunica tempestivamente il comitato di Renzi, attentissimo al dato della partecipazione perché più gente vota più, nelle previsioni, il sindaco di Firenze ha chance di vittoria. Ai seggi, al nord come al sud, si formano file nonostante i 100mila volontari ma non c’é il caos temuto alla vigilia. Bersani è tra i primi ad andare a votare, accompagnato da moglie e figlie. Un po’ di emozione gli fa scordare di ritirare il certificato ma non di commentare l’alto afflusso: “Oggi è una festa, la contesa è finita”. Le stesse parole di soddisfazione arrivano dal principale sfidante Matteo Renzi, che ha deciso di sciogliere la tensione dell’attesa partecipando alla maratona di Firenze e rimandando al pomeriggio il momento del voto, che gli costerà una fila di oltre due ore.
La scelta di Susanna Camusso di rompere il voto del silenzio e di dichiarare il suo voto per Bersani manda su tutte le furie Matteo Renzi, accusato di essere “un problema” in caso di vittoria. Anche Nichi Vendola, come Bersani, attendono l’esito in famiglia. Ed il pomeriggio conferma il successo e la previsione di raggiungere, alle 20, alla chiusura dei seggi, quasi 4 milioni di voti, la cifra delle prime primarie del centrosinistra che incoronarono Romano Prodi. I seggi restano aperti oltre l’orario di chiusura e al comitato per le primarie, una sorta di Viminale per l’occasione, sale la tensione. I primi dati, sia degli exit poll sia quelli reali, danno subito una certezza: si andrà al ballottaggio domenica 2 dicembre tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze esulta e dà mandato ai suoi di cercare di riaprire il più possibile le iscrizioni per il secondo turno con l’obiettivo di ammortizzare l’effetto dei voti che da Vendola dovrebbero passare al secondo turno al segretario Pd.
“Va moooolto meglio dei sondaggi” esulta Renzi su Facebook che a chi lo accusa di aver preso i voti da destra invita a guardare “i risultati nei singoli comuni della Toscana, dell’Umbria, di parte dell’Emilia, le zone rosse ci tirano su”.
In effetti il sindaco di Firenze sembra dominare la sua città con il 51,73 per cento così come Bersani supera il 50 per cento a Piacenza e Vendola pareggia con il leader Pd in Puglia. L’ora X è rinviata alla prossima settimana. Ma Enrico Letta è sicuro che sarà comunque un successo e che “Bersani e Renzi insieme saranno capaci di rendere più forte il centrosinistra”.
BERSANI, E’ STATA GIORNATA STRAORDINARIA – “E’ stata una giornata straordinaria, perché l’ho voluta io”. Così, a caldo, il primo commento di Pier Luigi Bersani con i giornalisti a Piacenza.
“Si va al ballottaggio, e la scelta di fare queste primarie è stata giusta. L’abbiamo voluta. Nessuno me la rubi. Il risultato per me è ottimo e allunga di una settimana l’attenzione del paese su di noi e ci consentirà di far vedere chi siamo. Un grande schieramento di progressisti in grado di dare una mano a questo paese”.
“Andiamo al ballottaggio e c’era chi non lo voleva. Se non ci fosse stato io stasera avrei stravinto. Ma bisogna essere sicuri che il candidato dei progressisti abbia il 50% più uno dei voti”. Incalzato su chi non lo volesse, Bersani ha replicato: “Io l’ho voluto, un altro candidato no”, ha detto sibillino alludendo a Matteo Renzi.
RENZI, ABBIAMO VINTO NELLE ZONE ROSSE – “Abbiamo stravinto nella maggior parte delle regioni rosse, nei comuni come Castelfiorentino dove il vecchio Pci prendeva l’80%. Abbiamo vinto dove pensavano di vincere loro”. Lo ha detto Matteo Renzi parlando al suo comitato elettorale, ricordando che “dicevano che avremo preso i voti della destra”.
“Cerchiamo di sconfiggere Bersani, di farlo lealmente. E se vincerà lui gli daremo una mano”: così Matteo Renzi al suo comitato elettorale. “Se fossimo a Sanremo avremmo vinto il premio della critica, ma noi – ha detto Renzi – vogliamo vincere il festival”.
“Un saluto particolare ai competitor, hanno combattuto una battaglia leale e bella. Il centrosinistra che verrà avrà bisogno di coinvolgerli nelle forme più opportune”. Il sindaco ha mandato “un abbraccio particolare a chi ha vinto il primo round, e cioè a Pierluigi Bersani”. Le parole di Renzi sono state salutate da un applauso.
VENDOLA,ORA ORIENTEREMO NOSTRO SOSTEGNO – “Ascolteremo con puntigliosa attenzione le parole di Bersani e di Renzi e orienteremo il nostro sostegno di conseguenza”. Lo ha detto Nichi Vendola a Bari. “Siamo disposti a dare il nostro contributo – ha detto – purché vinca il centrosinistra, purché vincano le ragioni che hanno portato in questi giorni i giovani in piazza”.
“Complimenti a Bersani e a Renzi per la splendida affermazione. Ma loro hanno goduto di un vantaggio che per me è stato svantaggio: il fatto che i grandi gruppi editoriali e le tv hanno rappresentato queste come le primarie del Pd”. Lo ha detto Nichi Vendola a Bari.
“Voglio esprimere una grande soddisfazione per la partecipazione straordinaria, per il fatto che il centrosinistra ritrova il suo popolo e la mia esortazione è che il centrosinistra non abbandoni il suo popolo dopo averlo ritrovato”, ha aggiunto.
MERCOLEDI’ SFIDA TV BERSANI-RENZI A RAI1 – Sarà mercoledì, alle 21,10 su Rai 1, la sfida tv tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi in vista del ballottaggio di domenica 2 dicembre. E’ quanto si apprende da fonti bersaniane. (ANSA)