A Matteo Renzi i voti di fascisti, Pdl e Comunione e Liberazione. Il Fatto Quotidiano giustifica così l’ampia partecipazione alle primarie del centrosinistra e fa i nomi di quanti, domenica, sono andati a votare per il sindaco rottamatore pur venendo da un’altra cultura politica. L’articolo, a firma di Davide Vecchi, racconta che Roberto Jonghi Lavarini a Milano per la Destra Fiamma Tricolore ha inviato una mail ai suoi iscritti per “invitare a votare Renzi”. E ancora:
Anche il sindaco di Gorle in provincia di Bergamo, Marco Ugo Filisetti, ha chiamato i suoi a sostenere Renzi. Nulla di strano, se non fosse che Filisetti è del Pdl. Come lui moltissimi consiglieri comunali, provinciali e regionali. Persino il capogruppo in Lombardia, Paolo Valentini, ieri ha espresso la sua soddisfazione per il risultato delle primarie del Pd. Ma all’ombra del Pirellone molti hanno deciso di versare i 2 euro e scegliere tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
Per il sindaco di Firenze sono scesi in campo anche i ciellini:
Riccardo Bonacina, direttore del periodico Vita, ha anche incitato gli amici su facebook: “Primarie Pd, Milano centro, non ero registrato. In tutto 12 minuti, si può fare eddai”.
E a Prato hanno votato in 24 mila, quasi il doppio di quanti votarono per il sindaco:
“Tanti del Pdl, tanti hanno tentato ma li abbiamo mandati indietro”, dice il responsabile locale del Pd, Patrizio Mecacci. Ma da queste parti ha votato Riccardo Fusi, il costruttore condannato a due anni di carcere con l’accusa di concorso in corruzione sulla vicenda della Scuola dei Marescialli di Firenze. A Palermo, invece, i neonati comitati per la candidatura di Giorgia Meloni hanno seguito l’esempio dell’ex ministro e sono andati ai seggi. Per allenarsi.
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