Dopo l’ottimismo espresso da Moody’s sull’outlook del rating dell’Italia, l’agenzia ha promosso i principali istituti di credito del Belpaese. Questa decisione è stata influenzata non solo dai risultati record del terzo trimestre delle banche italiane, ma anche all’avvio di una nuova ondata di fusioni e acquisizioni con la privatizzazione di MPS.
A proposito di MPS, dopo Fitch, anche Moody’s ha premiato il turnaround della banca senese, migliorando i rating di uno step: il rating standalone Baseline Credit Assessment è passato a Ba3 da B1, il long-term deposit rating a Ba1 da Ba2 e il long-term senior unsecured debt a Ba3 da B1. Questo riflette i progressi nella ristrutturazione, la maggiore capacità di generare utili e la riduzione del profilo di rischio, tutto in un contesto operativo più favorevole.
Per quanto riguarda invece Intesa Sanpaolo, l’agenzia statunitense ha confermato il rating a lungo termine senior preferred a Baa1, migliorando l’outlook da negativo a stabile, e quello a breve termine a P-2.
Migliorata anche la valutazione del merito di credito e del profilo finanziario complessivo di Unicredit, al di sopra del livello del rating sovrano italiano attuale (Baa3), mantenendo il Baseline Credit Assessment stand-alone collegato al rating dell’Italia.
Promossa a pieni voti Banco BPM, per cui Moody’s ha rivisto al rialzo il Baseline Credit Assessment, passato da Ba2 a Baa3, il rating a lungo termine del debito senior unsecured, da Ba1 a Baa2, e il rating sui depositi a lungo termine, da Baa2 a Baa1, riconoscendo significativi miglioramenti nella qualità degli attivi, nella redditività, nella posizione patrimoniale e nel profilo di liquidità e funding.
Gli altri giudizi dell’agenzia americana sono: BPER confermata a Ba1, Credit Agricole Italia confermata a Ba1, BNL a Ba2, Mediobanca a Baa1, Credito Emiliano a Baa3, CA Auto bank a Ba2, Banca Sella a Ba2, Banca del Mezzogiorno – MCC a B1, Banca Ifis a Ba2, BFF Bank a Ba2, Cassa Centrale Raffeisen a Baa3 e Mediocredito Trentino Alto Adige a Ba2.
Complessivamente, Moody’s ha alzato il rating per 16 banche e due istituti governativi italiani, cioè Cassa Depositi e Prestiti e Invitalia (a Baa3), evidenziando il cambiamento del profilo macro dell’Italia da Moderato+ a Forte- e considerazioni specifiche su ciascuna banca.
Le prossime 3 sfide delle banche italiane
Le banche italiane, così come quelle dell’area dell’euro, si sono dimostrate resilienti agli shock dopo la pandemia e la loro redditività è aumentata. Allo stesso tempo, continuano a soffiare venti contrari provenienti da tre fonti principali, come ben spiegato dal Financial Stability Review della BCE. In primo luogo, si prevede che i loro costi di finanziamento aumenteranno man mano che trasferiranno gradualmente i tassi di interesse più elevati ai depositanti. In secondo luogo, ci si può aspettare che la qualità degli attivi delle banche ne risenta, a causa della combinazione di costi più elevati per il servizio del debito e di un contesto macroeconomico debole.
In terzo luogo, la redditività delle banche dovrà far fronte a un calo sostanziale dei volumi dei prestiti derivante dall’aumento dei tassi, dalla minore domanda di prestiti e dall’inasprimento degli standard di credito. Nonostante ciò, Francoforte ha sottolineato che “nel complesso il sistema bancario dell’area dell’euro è ben posizionato per far fronte a tali rischi”.