Quello del private banking rimane il segmento bancario più redditizio, ma i margini hanno continuato a ridursi nel 2019 e, con ogni probabilità il 2020 segnato dal Covid-19 proseguirà questo trend.
Lo ha evidenziato la società di consulenza McKinsey nel suo rapporto annuale sul settore, ricordando come i profitti del private banking siano scesi dell’1,5% nell’Europa Occidentale (a 13,3 miliardi nel 2019), con un margine di profitto arrivato a toccare i minimi degli ultimi 12 anni (21 punti base del patrimonio gestito, erano ben 35 nel 2007). Il dato sugli utili è tanto più significativo se si tiene conto che gli asset in gestione hanno seguitato ad aumentare. La raccolta netta nel 2019 è stata simile quella del 2018, al 2% degli AUM.
Parallelamente è continuato il trend discendente dei margini sui ricavi, anche in questo caso ai minimi da 12 anni a 73 punti base del patrimonio gestito (giù dai 75 punti del 2018 e dai 96 del 2007); i costi, poi, sono cresciuti in linea con i ricavi. Tutti elementi che, per farla breve, inducono a pensare che il valore del private banking si progressivamente erodendo.
La diagnosi di McKinsey sul settore
“Le private bank europee sono venute incontro al Covid-19 in una posizione di partenza difficile, dopo un secondo anno consecutivo di profitti in calo”, ha esordito Mckinsey, nel dopo-Covid il settore “deve cambiare marcia per passare dalla crisi alla normalità successiva” dato che la pandemia “ha innescato o accelerato tre tendenze che i leader del private banking devono affrontare”.
“In primo luogo, i tassi di interesse rimarranno probabilmente bassi per il prossimo futuro, lasciando entrate limitate dai margini di interesse. Inoltre, è probabile che l’incertezza e la volatilità del mercato rimarranno elevate, anche tenendo conto delle drammatiche azioni delle banche centrali per sostenere i mercati”, ha proseguito la società di consulenza nelle sue conclusioni.
“In secondo luogo, le preferenze dei clienti in merito ai canali di vendita e consulenza si sono spostate rapidamente, per motivi di salute e sicurezza, verso soluzioni da remoto abilitate digitalmente. Oggi, il 71% dei clienti preferisce l’interazione multicanale e il 25% esprime il desiderio di un’esperienza di private banking completamente digitalizzata con assistenza umana a distanza, quando necessaria”, ha aggiunto McKinsey.
“La nostra esperienza suggerisce che, in tutti i settori, la fase di prova iniziale è stata il principale ostacolo per l’adozione digitale. Tuttavia, la crisi ha richiesto alla maggior parte dei clienti di sperimentare i canali digitali e sarebbe ragionevole attendersi aspettative elevate da parte dei clienti per un private banking abilitato digitalmente anche dopo la crisi”.