Con l’accelerazione delle vaccinazioni contro il COVID-19 e la ripartenza dell’economia, il 90% degli investitori facoltosi che rientrano nella categoria del private banking concorda sul fatto che la pandemia li ha spinti a desiderare che i loro investimenti siano in linea con i valori in cui credono. Questi alcuni risultati emersi dalla nuova ricerca Investor Watch di UBS, leader mondiale nella gestione patrimoniale.
Il report, che ha coinvolto 3.800 investitori in 15 mercati di tutto il mondo, ha evidenziato che gli investitori sono sempre più desiderosi di utilizzare il proprio capitale per accelerare il cambiamento e sono alla ricerca di uno scopo più elevato nella vita:
- il 79% ha dichiarato che la pandemia li ha portati a rivalutare ciò che è realmente importante;
- quasi la metà prevede di aumentare le proprie donazioni di beneficenza;
- quasi il sessanta per cento è maggiormente interessato agli investimenti sostenibili rispetto al periodo
precedente la pandemia.
Investimenti: giovani generazioni più attente alla sostenibilità
La ricerca ha rilevato che, in seguito alla pandemia, le giovani generazioni hanno rivolto maggiormente la loro attenzione agli investimenti legati ad aspetti etici. Il 79 per cento degli investitori di età inferiore o uguale a 50 anni ha dichiarato che la pandemia ha fatto nascere in loro un più forte desiderio di fare la differenza nel mondo, rispetto al 51 per cento degli investitori ultracinquantenni. Quasi i tre quarti degli investitori più giovani desiderano inoltre elaborare o aggiornare un piano finanziario globale.
Iqbal Khan, Co-Presidente di UBS Global Wealth Management, ha dichiarato:
“Gli investitori sono globalmente determinati a partecipare all’impegno per rendere il mondo migliore e più sostenibile. L’accresciuto interesse per la beneficenza e il desiderio di consulenze sugli investimenti sostenibili da parte delle giovani generazioni indicano, inoltre, che questa mentalità potrebbe perdurare”.
Paolo Federici, Market Head di UBS Global Wealth Management in Italia ha aggiunto:
“La pandemia ha profondamente influenzato – e lo sta ancora facendo – l’atteggiamento e le priorità degli investitori in tutto il mondo. E anche in Italia abbiamo assistito in questi mesi ad un cambiamento di paradigma nel modo di investire dei nostri clienti, dove vediamo un interesse ed una attenzione sempre maggiore nei confronti della sostenibilità, delle scelte etiche e delle attività filantropiche. Siamo certi che non sia solo una moda passeggera, quanto piuttosto un trend di lungo periodo, che si sta radicando già in modo importante tra le nuove generazioni, dai millennials a quelle ancora più giovani”.
Private banking: donne più propense a cambiare obiettivi
Dal punto di vista del genere, una maggior percentuale di donne ha vissuto la pandemia come un periodo di riflessione. L’84 per cento ha affermato di avere rivalutato i propri obiettivi durante la pandemia, rispetto al 76 per cento degli uomini. Nel momento in cui gli investitori iniziano a lasciarsi alle spalle la pandemia, il 51 per cento delle donne prevede di aumentare le donazioni di beneficenza, rispetto al 42% degli uomini.
Risparmio gestito, un quarto dei fondi in Italia è green
Questa tendenza è già evidente anche in Italia. Secondo quanto rilevato da Assogestioni su un patrimonio dei fondi aperti collocati nel nostro Paese pari a complessivi 1.063 miliardi di euro, 276 miliardi, il 25,9% del totale, considerano le variabili ambientali e sociali nella politica di investimento.
Il 90% di tale patrimonio promuove caratteristiche ambientali e/o sociali e rientra nell’art.8 mentre il 10% ha specifici obiettivi di sostenibilità ed è classificabile come prodotto “articolo 9”. Per quanto riguarda le asset class su cui investono i fondi di lungo termine, la più rappresentata è l’azionario con il 36,1%, seguita a stretto giro dall’obbligazionario al 29,6%. Chiudono flessibili e bilanciati rispettivamente al 16,9% e 13,4%.
“L’offerta di strumenti di finanza sostenibili sviluppati dalle società di gestione rende possibile la mobilitazione dei capitali a favore delle imprese che più si impegnano nel cammino verso la sostenibilità promosso dalle istituzioni europee e nazionali”, ha commentato Manuela Mazzoleni, direttore Sostenibilità di Assogestioni. “Il peso crescente e già significativo degli investimenti sostenibili sul totale mostra come gli investitori italiani siano pronti a contribuire con i propri risparmi alla sfida della transizione ecologica”, ha completato.
Numeri destinati ad aumentare, e velocemente, nel tempo se consideriamo che da inizio anno al 31 marzo 2021 la raccolta dei fondi aperti sostenibili in termini di patrimonio promosso è stata superiore ai 18 miliardi su un totale di 15,7 miliardi, permettendo, dunque, non solo una conclusione del trimestre in territorio positivo, ma contribuendo in modo decisivo al dato di raccolta complessivo dell’industria.