Fiducia, innovazione e protezione sono gli elementi fondanti del private banking, un modello di servizio basato sulla gestione professionale del patrimonio delle famiglie. Sono questi i tre fattori chiave per il segmento private, che prevede nel prossimo biennio una crescita media annua delle masse pronta a sfiorare il 7% superando complessivamente il trilione di euro (1,1 trimestre). A riassumere trend e andamento del settore è Aipb (Associazione Italiana Private Banking), in una conferenza stampa tenutasi alla vigilia di un importante appuntamento annuale. L’associazione ha aperto ieri i lavori della XVIII edizione del Forum del Private Banking “Fiducia, Innovazione e Protezione. Il valore della consulenza Private”, evento che riunisce istituzioni, operatori di settore e stakeholder per un approfondimento sulle nuove sfide del settore.
L’andamento del private banking in Italia e le sfide future
Dal 2007, anno in cui il private banking ha cominciato a misurarsi, il settore ha registrato una crescita costante (Cagr consolidato a giugno 2022 +6,6%), superiore a quello della ricchezza italiana (+ 1,4%) e del Pil (- 0,3%). Una crescita che evidenzia la capacità dell’Industria di affrontare e superare con successo le fasi critiche legate ai cicli economici e alle fasi alterne dei mercati. In un anno complesso come il 2022, l’industria ha comunque segnato risultati positivi evidenziando, nel primo semestre, una nuova raccolta del 4,1% delle masse, dato che si confronta con la variazione del -0,2% degli operatori retail.
Gli operatori private sono convinti che, nonostante un peggioramento atteso per l’economia italiana, il settore del potrà registrare nei prossimi 12-18 mesi un miglioramento delle sue prospettive. In questo quadro, a partire dalle previsioni sullo scenario economico finanziario, si stima che gli asset in gestione del private banking a fine 2022 si attesteranno a 949 miliardi di euro e supereranno i mille miliardi entro il 2024, raggiungendo 1.084 miliardi grazie a una crescita media annua del 6,8% (contro il +2,7% degli operatori retail).
Mettendo in fila i principali ambiti di azione necessari per confermare il successo del modello di servizio del private banking, gli operatori hanno messo al primo posto (68% degli associati di Aipb) la capacità di rendere il settore attrattivo per le giovani generazioni da affiancare ai professionisti con esperienza. La rilevazione effettuata ogni biennio sulla composizione per età dei banker mostra una riduzione dei professionisti tra i 30 e i 40 anni dal 21% del 2012 al 13% del 2020 e contemporaneamente una salita del peso della fascia tra i 50 e 60 dal 27% al 41%. Al secondo posto (61% degli associati), la capacità di trasferire la fiducia guadagnata alle future generazioni di clientela. Tipologie di clienti che per l’89% degli associati Aipb impiegherà la propria ricchezza in modo sostanzialmente differente rispetto alle generazioni precedenti. È una convinzione giustificata dalle evoluzioni in atto in ambito sociale e culturale che vedono in prospettiva, ad esempio, più donne tra i decisori finanziari; clienti nativi digitali abituati all’utilizzo di vari canali per entrare in relazione con la banca e che considerano un prerequisito un’operatività on line completa, veloce ed efficiente; maggiore mobilità della clientela; maggiore interesse per investimenti innovativi e nuove tipologie di professionisti. Al terzo posto (43% degli associati), emerge la tecnologia come motore di innovazione del servizio per meglio conoscere i bisogni della clientela e fornire soluzioni adeguate. Il presidente di Aipb, Andrea Ragaini (nella foto sopra), ha concluso:
“Anche in un anno straordinariamente complesso come il 2022, il private banking ha saputo proseguire nel suo virtuoso percorso di crescita. L’ulteriore sviluppo dell’industria continuerà a fondarsi sulla centralità della consulenza e del private banker e sugli elementi chiave che ne hanno determinato il successo: fiducia, innovazione e protezione”.