ROMA (WSI) – Il sistema bancario italiano paga le conseguenze di una vigilanza europea che si è concentrata sul rischio di credito ignorando quello di mercato, ma anche sui propri ritardi come quello incomprensibile a intervenire per la crisi del Monte dei paschi di Siena. A dirlo in una lunga intervista al Sole 24 Ore Romano Prodi che parla a tutto campo di Europa, prospettive per il 2017, le conseguenze della Brexit, le elezioni in Ue fino al nuovo presidente Donald Trump.
In merito alle banche italiane, Prodi sostiene che le sofferenze sono importanti ma che non vanno sopravvalutate.
“I rischi di mercato sono altrettanto importanti, anche perché non si sa cosa valgano questi derivati. E’ una metodologia che ci danneggia ed è un altro esempio di lentezza decisione europea e l’Italia ne paga le conseguenze. (…) È chiaro che sulle banche ci sono colpe anche nostre. Come si sia tirato avanti tanto sulla crisi dell’Mps senza prendere una decisione è incomprensibile. Ogni rinvio ha aggravato i problemi. C’è stato un drenaggio dei depositi che si poteva risolvere solo con una rassicurazione chiara, e questa passava dall’intervento pubblico. Era evidente già diversi mesi fa che questo era indispensabile e che l’Europa lo avrebbe accettato. Quando i problemi sono così evidenti, bisogna agire. (…) La politica è flessibilità e davanti all’emergenza non ha senso nascondersi dietro a posizioni dottrinarie. Se il malato è a rischio, si interviene con la chirurgia d’urgenza”.
Per ciò che riguarda le prospettive per l’anno appena iniziato, il professore parla di arretramento, “continuo ondeggiamento, un proseguimento del 2016”.
“Visto come è andato l’anno scorso, non mi può rendere felice (…) le elezioni francesi e tedesche saranno importantissime ma, dopo il voto, entrambi i Paesi usciranno con una situazione non molto diversa da quella odierna. Non credo invece si saranno elezioni in Italia, E non vedo elemento di rottura del sistema, che aggravino lo strappo della Brexit. La Gran Bretagna resta un caso a sé”.
Nonostante le ultime analisi parlino di una crescita nell’area euro dell’1,5%, rimangono molte incognite prime fra tutti l’incertezza politica e il commercio mondiale che, secondo quanto afferma Prodi “cresce meno dell’economia globale per la prima volta da molto tempo a questa parte”.
“In questa situazione si inserisce l’arrivo di Trump che dichiara di voler applicare dazi alla Cina e ad altri paesi. Ma la Cina fa parte della Wto, le ripercussioni sarebbero globali e anche l’Europa può esserne danneggiata”.
Guardando all’Italia, il professore Prodi sostiene in merito all’ultimo declassamento del nostro rating deciso da DBRS, che le decisioni delle società di rating sono superficiali e non hanno conseguenze enormi, bensì negative “soprattutto in termini di immagine”. Come rilanciare la crescita dell’ Italia? La ricetta di Romano Prodi prevede interventi sull’ industria 4.0 e settori innovativi, con figure tecniche da ricercare soprattutto fra i giovani.