Altro che riposo. Anche in pensione quasi uno su due professionisti iscritti alle Casse previdenziali professionali continua a lavorare e versare i contributi. Così emerge dall’ Ottavo Rapporto sulle pensioni di Itinerari previdenziali secondo cui a fine 2018 i pensionati attivi costituiscono il 45,2% del totale dei contribuenti.
Professionisti: chi lavora anche in pensione
Per quanto riguarda gli iscritti alle Casse, il report di Itinerari Previdenziali sottolinea che, quanto al “rapporto pensionati/attivi”, i dati migliori li evidenziano la Cassa Forense (solo 12,01 pensionati ogni 100 attivi) seguita da Cassa Dottori Commercialisti (12,24), e Inarcassa (21,52); più problematico comincia a essere il rapporto per Inpgi (67,06 pensionati ogni 100 attivi), Enpam (63,21) e Cassa del Notariato (51,55).
Solo la Cassa dei Farmacisti è riuscita a migliorare, seppur di poco, il rapporto rispetto al 2018 (da 26,06 a 25,76), una tendenza al peggioramento questa che dipende sia dall’invecchiamento della popolazione o da situazioni contingenti quali i pensionamenti del Servizio Sanitario Nazionale per i medici.
Il Rapporto di Itinerari Previdenziali rappresenta un unicum nel panorama italiano e giunto nel 2021 alla sua ottava edizione, illustra gli andamenti della spesa pensionistica, delle entrate contributive e dei saldi delle differenti gestioni pubbliche e privatizzate che compongono il sistema pensionistico obbligatorio del Paese (inclusi gli andamenti delle Gestione per gli interventi assistenziali GIAS e dalla Gestione Prestazioni Temporanee GPT per le prestazioni di sostegno al reddito), mettendo in particolar modo in evidenza le principali variabili – numero degli iscritti attivi, numero dei pensionati, contribuzione media e pensione media – che concorrono a determinare l’andamento dei saldi.