LONDRA (WSI) – Di questi tempi di grave crisi del debito, per essere travolti dalle critiche e insulti basta pubblicare un’analisi in cui si difendono le misure di austerita’. Le analisi dei grandi accademici specializzati di macro economia o di debito pubblico sono lungi dall’essere perfette e raramente si rivelano infallibili. Ma e’ alquanto raro trovare un professore che abbia il coraggio di difendere le manovre di riduzione della spesa pubblica e incremento della pressione fiscale dopo i risultati che hanno avuto sulla crescita di paesi come Grecia, Cipro, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia.
Loro si chiamano Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart e sono i due economisti passati agli onori delle cronache accademiche per aver pubblicato uno studio in cui elogiano l’effetto che le manovre di rigore fiscale, costituite dalla duplice morsa di tagli ai servizi e aumento delle tasse, hanno sull’economia.
I due – per evitare facili dietrologie va detto che non sono tedeschi, bensi’ americani – si sono dovuti difendere dai tanti attacchi piovuti. Gli accademici di Harvard sono stati accusati dai colleghi dell’Universita’ del Massachussetts di aver fatto affidamento su calcoli di dubbio valore, basati su analisi e statistiche poco attendibili.
In particolare la parte in cui si scrive che “il rapporto tra debito e Pil sopra il 90% sarebbe negativo per la crescita”, non sarebbe corroborata da dati accurati, secondo i critici.
Rogoff e la Reinhart teorizzano che la crescita e’ scesa in media del -0,1% quando il debito pubblico era piu’ alto del 90% del Pil. Ma i professori del Massachussetts – Thomas Herndon, Michael Ash e Robert Pollin – dicono di aver ottenuto una cifra ben diversa nei loro calcoli, equivalente a una media del +2,2%.
I due economisti americani autori della ricerca controversa hanno allora ripreso mano ai dati e rifatto i calcoli. Ebbene, sostengono che i tre professori del New England non hanno ottenuto “risultati completamente diversi dai loro, per lo meno non sul campione del periodo successivo alla guerra su cui si focalizzano”.
Anzi, insistono i due fautori dell’austerity, “anche loro hanno scoperto che ci sono momenti di crescita debole associati ai periodi in cui il tasso tra debito e Pil era superiore al 90%”.
“Per dirla in un altro modo, la crescita a livelli molto alti di debito e’ pari a poco piu’ della meta’ del tasso di crescita ai livelli piu’ bassi di debito”: cosi’, in maniera un po’ contorta e molto raffazzonata, si sono difesi Rogoff e Reinhart.
Sarebbero degli ottimi candidati per un posto di rilievo al ministero dell’Economia e del Bilancio in Germania.