Dopo l’avvertimento di BMW, arriva quello di un’altra casa automobilistica tedesca: Daimler. Il gruppo proprietario del marchio Mercedes ha comunicato che il margine lordo EBIT previsto nell’esercizio fiscale 2018 sarà ‘decisamente più basso’ rispetto ai livelli dell’anno prima.
È il risultato dei costi più elevati del previsto legati alle decisioni governative e alle misure intraprese in varie regioni della Germania sulle vetture dotate di motore diesel della serie Mercedes-Benz. Il gruppo ha inoltre rivisto al ribasso le stime sulle vendite dei van Mercedes-Benz a causa di un ritardo nella produzione e ha anche citato un calo della domanda degli autobus Daimler in alcuni mercati di riferimento.
Al contrario di BMW, Mercedes non ha citato esplicitamente la guerra commerciale con gli Stati Uniti tra i motivi dietro al taglio delle linee guida. Tuttavia, alla luce dei dati deboli e deludenti sulle immatricolazioni di auto in Europa nel mese di precedente, da un po’ di tempo i mercati sono in tutti i modi dubbiosi circa le prospettive dell’industria automobilistica.
Le vendite di auto in Europa sono calate del 23% in settembre, dopo che le nuove regole sui test per rilevare le emissioni inquinanti sono state adottate. I metodi più rigidi hanno come obiettivo quello di produrre risultati più in linea con le condizioni del mondo reale. Ad agosto, quando le case automobilistiche avevano fretta di vendere prima dell’arrivo dei dazi e delle nuove normative, i risultati sono invece stati positivi.
Il profit warning viene interpretato dal mercato come un cattivo presagio della stagione di trimestrali societarie dei gruppi tedeschi. Di certo è questo il caso di Mercedes, i cui titoli fanno capitombolo oggi, scambiando sui minimi di cinque anni.
L’azienda di Stoccarda Daimler, il cui titolo è quotato alla Borsa di New York dal 1993, è stata fondata da Gottlieb Daimler e Carl Benz a Mannheim e ha messo sul mercato la prima automobile nel lontano 1886.
La debolezza del settore in Germania si è propagata a macchia d’olio in tutta Europa, con l’indice settoriale EuroStoxx 600 Automobiles & Parts che ha esteso i ribassi della mattinata e ora perde quasi il 5% (-4,8%). Si tratta del calo giornaliero (intraday provvisorio, quindi) più pesante da giugno di due anni fa.
Poco prima Michelin, società attiva nella produzione di pneumatici per auto, ha avvertito gli investitori che le vendite saranno inferiori alle previsioni, per via di un calo nelle vendite di veicoli nella seconda metà dell’anno in Europa e in Cina.
“Considerato il significativo calo dei mercati delle automobili passeggeri e dei veicoli commerciali leggeri e camion, avvenuto verso la fine del terzo trimestre, e l’ulteriore debolezza prevista nel quarto trimestre, il gruppo ha rivisto lo scenario dei mercati del 2018, in particolare in Cina,” ha comunicato la società.
L’annuncio ha pesantemente colpito il titolo azionario Michelin, che attualmente cede il 9,89% a 89,12 euro, e gli altri gruppi di pneumatici: Pirelli, ad esempio, è il peggior titolo di Piazza Affari al momento, con una contrazione più ampia di cinque punti percentuali.