L’azionario americano è scattato in avanti all’apertura delle contrattazioni, accelerando al rialzo sulla scia della ritrovata fiducia del mercato nella capacità di Donald Trump di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale sulle misure pro crescita e pro aziende.
Secondo le indiscrezioni riportate dal quotidiano Politico, i colloqui tra i principali consulenti di Trump e i leader del Congresso sul piano di riforma fiscale che dovrebbe alleggerire il carico fiscale che pesa sulle aziende hanno fatto “progressi significativi”. Il testo della riforma sta prendendo piede.
La bozza strutturale di partenza da appena sei paragrafi da cui si era partiti a luglio aveva alimentato i timori degli investitori circa la capacità di Trump di portare a compimento effettivamente il piano di riduzione delle tasse e in particolare della corporate tax promesso, una delle priorità del governo federale e del partito Repubblicano.
Nonostante goda della maggioranza al Congresso il partito dei conservatori non è riuscito a ottenere i numeri necessari per l’approvazione della riforma dell’Obamacare, un altro dei punti cardine del programma politico dello staff presidenziale di Trump.
Trump verso prima vera grande vittoria legislativa
Convinti che ormai il progetto di riforma fosse ormai arenato, gli investitori sono tornati a scommettere su tutta una serie di titoli tra cui quelli del settore finanziario e Wall Street mette a segno rialzi superiori al mezzo punto percentuale.
Citando cinque fonti a conoscenza delle trattative dietro le quinte tra governo e congressman, l’articolo di Politico parla anche di un “consensus diffuso” nel trovare un modo per ridurre sia le tasse ai cittadini sia alle aziende”.
Se le informazioni si riveleranno accurate, sebbene ci saranno sicuramente delle divergenze sul contenuto della bozza finale del testo, il fatto che ci sia un “consensus” generale tra i protagonisti delle trattative significa che si potrebbe arrivare alla stesura di una legge, che come effetto primario dovrebbe avere quello di aumentare gli utili delle grandi società quotate.
È questo uno dei principali motivi per cui l’azionario Usa ha fatto un gran bel balzo dopo l’elezione di Trump. La clamorosa débacle dei Repubblicani sul progetto di revisione del sistema di assistenza sanitaria voluto dal predecessore di Trump, Barack Obama, ha messo in luce le grandi divisioni interne al partito Repubblicano, ma la riforma fiscale dovrebbe essere un argomento meno controverso e che per questo in teoria dovrebbe trovare concordi le ale del movimento.
Ora che Trump con l’allontanamento del falco Steve Bannon, lo stratega tra i principali fautori della sua vittoria al voto di novembre, ha manifestato la volontà di assumere un atteggiamento più conciliante e “centrista”, un suo dialogo con l’ala più moderata del Congresso potrebbe portare qualche frutto in più. Si tratterebbe della prima vera grande vittoria legislativa dell’era Trump.