Nel 2010 il programmatore statunitense Laszlo Hanyecz è stato il primo a comprare un bene con una critpovaluta, quando ha comprato due pizze per 10 mila Bitcoin in una cittadina della Florida. Il suo obiettivo era dimostrare che le valute digitali possono essere usate senza problemi per acquistare beni reali.
Se si fosse tenuto i soldi e avesse resistito alla fame l’uomo sarebbe milionario, forse miliardario, almeno virtualmente. Non contento trascorsi 18 anni, Hanyecz nei giorni scorsi ci ha riprovato e anche stavolta è riuscito a farsi portare a casa due pizze pagate in Bitcoin. Questa volta però il cittadino della Florida ha utilizzato il lightning network, una tecnologia che va in parallelo a una blockchain.
Lightning Network sta sperimentando un sistema nuovo che permetterebbe di accelerare le transazioni e abbattere i costi di commissione. Secondo le analisi di BitInfoCharts, le possibilità di usare i Bitcoin come mezzo per comprare beni sono limitate dall’alto costo delle commissioni, che sono arrivate anche a 55 dollari alla fine del 2017.
“Se si ordinano 50 euro di pizze poi si deve pagare una commissione di 10 o 100 dollari, si capisce che così non può funzionare”, ha detto lo sviluppatore a Bloomberg, “l’idea è che su Lightning Network possiamo ottenere la sicurezza di Bitcoin, ma anche trasferimenti istantanei. Non devi aspettare la conferma della blockchain”.
Con lightning network, quando due parti devono scambiarsi Bitcoin per fare un acquisto di un bene, aprono un canale di pagamento tra di loro. Su questo canale “esclusivo” inseriscono i termini di pagamento e la criptovaluta necessaria per effettuarlo, senza passare dal network del “libro mastro” della blockchain. Per comprare le due pizze di Hanyecz è andata così: il fattorino era stato incaricato di consegnare la pizza solo se Hanyecz gli avesse mostrato il primo e gli ultimi quattro caratteri della stringa di codice che certificava il pagamento.