LEGNANO (WSI) – Dopo il week end dedicato al G20 ed alla conferenza stampa di Draghi al Parlamento Europeo, di cui abbiamo avuto modo di parlare nei giorni scorsi, ieri abbiamo avuto una giornata dove gli unici market mover arrivavano dal fronte macroeconomico.
Uno su tutti è stato l’indice di fiducia ZEW tedesco, che è stato pubblicato superiore sia alle aspettative che al precedente (35 e 31.5) andando a portarsi molto vicino alla soglia di 50, raggiungendo 48.2.
Le conseguenze di un dato così inaspettato, soprattutto proveniente dal fronte tedesco (l’ormai famigerata locomotiva d’Europa), si sono viste soprattutto sulle borse europee, con il Dax in grande spolvero ed in grado di ritornare a compiere nuovi massimi relativi fino a raggiungere quota 7,750, dove per il momento stiamo consolidando, con il Ftse Mib in ripresa dai minimi della fase laterale che si sta protraendo da inizio febbraio (ci siamo avvicinati alle resistenze statiche, per ora siamo fermi sulle dinamiche orarie individuate dalla media a 100 periodi) e con Francia e Spagna, che nell’ordine, hanno seguito i movimenti di Germania (nuovi massimi anche per il Cac40) e di Italia.
Inutile dire che, in una situazione dove l’avversione al rischio globale è già messa da parte da tempo, le borse americane hanno approfittato per far segnare nuovi massimi, con l’ S&P 500 che ha raggiunto quota 1,530.00, molto vicino ai massimi assoluti fatti segnare nel 2007 a 1,576.1, situazione simile al Dow Jones che si è avvicinato ancora di più ai massimi dello stesso periodo a 14,198 e con il Nasdaq che è sui massimi assoluti.
La moneta unica europea ha visto dei tentativi di salita partiti in ritardo rispetto agli azionari, ma ci ha dato conferma del fatto che l’euro, ora che si è chiarito che almeno ufficialmente non si tratta di guerra valutaria, possa reagire nel senso accademico del termine di fronte ai dati più importanti, soprattutto sul fronte della fiducia e dell’occupazione.
Un dato buono ha fatto salire la moneta unica (che come vedremo ora è sulle resistenze di breve) ed è stato utilizzato dagli investitori per spezzare quella calma innaturale che si era venuta a creare dopo un week end così importante, non a caso ieri abbiamo intitolato il nostro Morning Adviser con “la quiete prima della tempesta”.
L’oro, che nelle scorse settimane ha accentuato la sua discesa, conferma il quadro disegnato in quanto, in una situazione dove di beni rifugio non ce n’è bisogno (le borse salgono e salgono) e dove l’inflazione globale è prevista in rallentamento ulteriore (anche chi sta meglio potrebbe tagliare i tassi, parliamo dell’Australia), esso risulta essere scaricato anche dal ruolo di protettore contro le pressioni inflazionistiche derivanti da possibili perdite di valore delle diverse valute.
Come muoverci all’interno della settimana dunque, ora che qualche nuvola dal cielo è stata spazzata via? Come abbiamo fatto fino ad ora ci sembra la risposta più concreta da dare, andando ad osservare i livelli tecnici di attenzione, quelli principali e statici sopra tutti, stando attenti più che nelle scorse settimane alle pubblicazioni macro, che in assenza di altri potenziali market mover, potrebbero essere propedeutiche alla partenza di movimenti rialzisti o di prese di profitto dopo le salite viste.
EurUsd
La moneta unica europea ha rispettato i dettami tecnici in maniera ottima, andando a mostrare aumenti di volatilità che fino a quando non sono stati in grado di superare l’1.3380 indicato (per anticipare un ingresso rialzista) e poi l’1.3400, livello più importante che avevamo messo sotto osservazione per rotture rialziste verso 1.3460 (se superato potremmo puntare 1.3500), con 1.3430 come resistenza intermedia, non hanno messo in pericolo l’operatività .
Ci troviamo ora sulle resistenza di breve e manteniamo 1.3400 sotto osservazione come livello di supporto statico e dinamico, dato da punti precedenti e dalla media a 21, tenendo presente che una sua tenuta o un superamento di 1.3435 potrebbero portare a rinnovati tentativi verso 1.3460. Per assistere ad una discesa, occorre tornare sotto l’1.3380 considerato ieri, livello che ha fatto da supporto per l’ultima congestione tra 1.3380 e 1.3400, prima della rottura definitiva.
UsdJpy
Continua la correzione di breve periodo dello yen, dove ieri si sono tentati approfondimenti verso il basso già durante la mattina con la rottura dei supporti in area 93.50, che ha portato al raggiungimento di 93.30, livello che una volta rotto ha portato sì ad accelerazioni ribassiste, ma non fino al livello che avevamo ipotizzato e che credevamo possibile raggiungere (92.90). il mercato, se osservato su un grafico orario, appare racchiuso in un canale ribassista che mostra supporti dinamici passanti per 93.10. Le resistenze passano per il 93.60, livello che se raggiunto può essere considerato per ipotizzare vendite di dollaro, dato il buon risk reward, dato che un superamento di 93.85 potrebbe riproporre salite verso i massimi relativi (scenario inquadrabile su un 4 ore, dove si è formata una bandiera potenzialmente rialzista, pur non essendo all’interno di un trend ben definito, bensì di una fase laterale ampia di consolidamento del trend principale).
EurJpy
Sull’eurJpy riproponiamo esattamente i livelli di attenzione proposti ieri: 124.60 e 126.00. Questi i confini più importanti che potrebbero determinare rotture in grado di approfondire per anche una figura, alla ricerca dei punti precedenti (un grafico orario è ben esplicativo).
GbpUsd
Nuovo tentativo di rottura ribassista per la sterlina, che, dopo aver superato i minimi dell’altro ieri ha puntato 1.5400 senza tuttavia raggiungerlo. L’area di 1.5460 rappresenta una buona resistenza, che potrebbe portare a nuove discese verso 1.5390 ma che se dovesse essere superata (mercato sopra 1.5470), potrebbe portare a tentativi di salita verso la media a 100 oraria, passante intorno a 1.5500.
AudUsd
Sull’australiano siamo arrivati alle zone di resistenza che abbiamo cominciato a curare su un grafico a 4 ore. Buona dunque, dal punto di vista del R/R, lì’opportunità di acquistare dollari americani tenendo conto che un superamento di 1.0390 potrebbe portare l’australiano verso 1.0440. L’area passante intorno a 1.03 figura rappresenta un primo livello di supporto dinamico.
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