La protesta dei trattori, che da settimane sta attraversando l’Europa, porta a casa i primi risultati. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso al Parlamento di Strasburgo, ha annunciato oggi, 6 febbraio, il ritiro della proposta legislativa sulla riduzione dell’uso dei pesticidi, aprendo le porte a nuovi sussidi pubblici per chi lavora nelle campagne. Vengono così accettate alcune delle richieste portate in piazza in questi giorni dai manifestanti, ovvero il sostegno al reddito e una revisione parziale del Green deal, la politica Ue per la sostenibilità ambientale.
Il passo indietro di Bruxelles
Parlando alla plenaria del Parlamento europeo, la numero uno dell’esecutivo comunitario ha sottolineato che “gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Hanno bisogno un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”. Von der Leyen ha poi lanciato l’idea di “un’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori”.
Per quanto riguarda i pesticidi, la proposta di legge per dimezzare l’uso pesticidi nell’agricoltura europea entro il 2030, che già era stata ridimensionata negli obiettivi rispetto alla formulazione originaria, ma che era comunque diventata uno dei principali motivi di contrasto con il movimento di protesta degli agricoltori delle ultime settimane, ora sarà ritirata. Mentre una nuova proposta di regolamentazione dei pesticidi “più matura”, verrà presentata in futuro.
Alla Plenaria dell’Eurocamera ha parlato anche Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo.
“Gli agricoltori meritano di essere rispettati per il lavoro gigantesco che fanno a nostro servizio e per il ruolo che svolgono nella lotta al cambiamento climatico”, ha spiegato. Va affrontata “la questione di redditi equi”, occorre mettere in campo “sforzi per ridurre la burocrazia, per avere regole di gioco eque”, ha aggiunto.
Coldiretti: salvo il 30% della produzione
Non si è fatta attendere la reazione di Coldiretti.
“Il ritiro della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci” ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l’annuncio della presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il provvedimento – sottolinea Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su circa 1/5 della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni. Non a caso in Italia – continua la Coldiretti – oltre otto prodotti su dieci pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (86%) sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf), Sul totale dei 317 allarmi rilevati nel 2022 – evidenzia Coldiretti – 106 scaturivano da importazioni da altri Stati dell’Unione Europea (33%) e 167 da Paesi extracomunitari (53%) e solo 44 (14%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale”.
Che cosa chiedono gli agricoltori
Le proteste degli agricoltori, che si sono diffuse già da inizio gennaio in diversi paesi europei, tra cui Italia, Germania e Francia, prendono le mosse da richieste condivise: redditi e aiuti più alti, no ai rigidi paletti del Green Deal che, secondo molti agricoltori rischia di rendere il settore agricolo europeo meno competitivo rispetto alle importazioni.
Si chiedono poi maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie come l’aviaria e dalla concorrenza sleale del resto del mondo.
Gli agricoltori italiani, oltre a condividere le istanza dei colleghi europei, chiedono una maggiore tutela del Made in Italy.