ROMA (WSI) – Timori Grexit sempre in primo piano, dopo le indiscrezioni secondo cui il Fondo Monetario Internazionale starebbe preparando un piano in caso di un default della Grecia e dopo le notizie di continue pressioni sulla cancelliera tedesca Angela Merkel affinché “lasci andare Atene” al suo destino.
Oggi il meeting dell’Eurogruppo per sbloccare 7,2 miliardi di euro di aiuti molto probabilmente si concluderà con un nulla di fatto. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha già fatto sapere che non ci sarà alcun accordo ufficiale. Domani 12 maggio scade un debito da 770 milioni di euro all’Fmi. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble fa una battuta, intervistato al suo arrivo per partecipare alla riunione: alla domanda su cosa è cambiato rispetto alle ultime trattative, risponde: “Fa più caldo”.
Sempre ai giornalisti, afferma: “Se vogliono indire un referendum, che vadano avanti. Potrebbe essere la misura giusta”. Il ministro delle finanze francese Pierre Moscovici preannuncia che il meeting odierno non sarà “decisivo”, ma che la Grecia dovrà comunque dimostrare di essere seria sull’intenzione di arrivare a un accordo.
Unico ottimista sembra il ministro greco Yanis Varoufakis, che si dice “molto fiducioso” sulla riunione di oggi. “Avremo un buon meeting”, ha aggiunto. “Ci sarà un comunicato che ufficializzerà i progressi che stiamo compiendo. E questa sarà una pietra miliare molto importante”. Intanto, ad Atene, è in corso una manifestazione antiausterity, sfociata nell’occupazion degli uffici del colosso tedesco Siemens. I manifestanti hanno agitato un manifesto chiedendo al governo greco di porre fine a tutte le trattative con i creditori, che riguardano il bailout della Grecia.
Intanto altri rumor sono stati riportati da Die Welt. Secondo il quotidiano tedesco, quattro sarebbero gli scenari per la Grecia che la troika, o Brussel Group, o comunque le autorità dell’Eurozona più l’Fmi avrebbero stilato per la Grecia: uno positivo e gli altri tre negativi, di cui l’ultimo culminerebbe con l’emissione di una valuta parallela all’euro.
Primo scenario: l’unico che preveda un successo nelle negoziazioni, l’unico in cui la Grecia riesca a onorare tutti i debiti, in modo tale da poter ricevere finanziamenti fino alla fine del secondo programma di aiuti. Ma in questo caso: “quasi tutti i greci diventerebbero ancora più poveri”.
Il secondo scenario prevede che il governo riesca a presentare proposte valide e di sostanza nell’incontro di oggi, ma che al contempo Atene abbia sopravvalutato le proprie riserve finanziarie. E a Bruxelles girano voci secondo cui il requisito più importante perché la Grecia in questo caso venga assistita dalla Bce è che “i greci mostrino buona fede al tavolo delle trattative”.
Il terzo scenario prevede che le proposte greche non vengano accettate. In questo caso, nelle prossime settimane, la Grecia sarebbe impossibilitata a rimborsare i debiti che ha verso l’Fmi e la Bce.
Quarto scenario: la Grecia non mostra alcuna intenzione di cooperare. A quel punto, lo Stato emetterà cambiali pagherò ai dipendenti statali e i pensionati. E quello, secondo le fonti, sarà l’inizio dell’introduzione di una moneta parallela a quella dell’euro da parte della Grecia, che si troverebbe a vivere tra tre e quattro anni molto pesanti.
E il problema è che anche in questi altri tre scenari, quasi tutti in Grecia sarebbero più poveri rispetto a oggi.
In ogni caso, e le indiscrezioni circolano già dal 2013, Atene avrebbe già a disposizione le nuove banconote dracma, disegnate da Paul Vatikioti, da tagli di 50,100, 200, 500, 1000 e 10.000, dedicate a Cornelius Castoriadis, Odysseus
Elytis, Yiannis Moralis, Georgios Papanikolaou, Melina Mercouri e Maria Callas.
Intanto sui mercati è arrivato un aiuto insperato dagli speculatori al ribasso sui Bund.
La recente correzione del mercato dei titoli tedeschi, che si era portato su prezzi da bolla, ha spinto da metà aprile al ribasso i rendiemnti sui decennali greci, scesi di 135 punti base al 10,75%. È uno dei rendimenti più bassi visti da quando la coalizione guidata da Syriza ha vinto le elezioni in Grecia a gennaio.
Sul piano politico fa sperare il dialogo costante in corso tra il premier Tsipras e la Cancelliera Merkel sull’economia greca e le riforme politiche necessarie per fare uscire Atene dalla povertà. Avviare una ripresa sostenibile che sembra ancora per la verità un’impresa titanica. Ma di buono c’è che l’Europa sembra voler finalmente mettere da parte il modello economico fondato su un ossimoro: avere una crescita passando per misure di austerità.
(Lna-DaC)