I dazi al 25% dagli Usa sui beni importati dalla Cina, e le rispettive contromosse di Pechino, influenzano direttamente il prezzo di alcune merci. Chi ne trarrà maggiore beneficio? Secondo una ricerca dell’Unctad, l’organizzazione Onu focalizzata sul commercio, le barriere innalzate lo scorso settembre favoriranno soprattutto le esportazioni dell’Unione Europea.
Il fenomeno di fondo è noto come trade diversion (deviazione nel commercio). Essa descrive come il cambiamento dei prezzi di un bene possa favorire importazioni da altri Paesi, i cui prodotti diventano più competitivi in seguito all’aumento (o alla riduzione) di un dazio.
L’Unctad ha applicato un modello sull’elasticità di sostituzione (tratto da uno studio di Broda e Weinstain, 2006) per stimare “quanto traffico di merci, per ciascuno dei prodotti interessati [dai dazi fra Cina e Usa] rischia di essere deviato a un paese terzo”.
Le alterazioni di prezzo, tendono a favorire soprattutto i beni “omogenei”. Ossia quelli in cui la qualità del prodotto è considerata più o meno la stessa. L’elasticità di sostituzione, al contrario, è più ridotta se il rincaro colpisce merci più sofisticate. Quelle “in cui la qualità svolge un ruolo più importante nella formazione della domanda dei consumatori (ad esempio veicoli a motore)”, scrive l’Unctad.
Dazi, 70 miliardi in più di esportazioni in Ue
Fatte queste premesse, lo studio ritiene che il commercio dirottato verso beni Ue comporterebbe maggiori esportazioni per circa 70 miliardi di dollari in più. Una cifra pari a un incremento dello 0,9% delle esportazioni totali. Di questa cifra, circa 20 miliardi di dollari sono dovuti all’introduzione delle barriere cinesi ai prodotti Usa. Mentre la parte restante è dovuta ai dazi americani applicati a beni cinesi.
In proporzione alle esportazioni esistenti, la guerra commerciale fra Cina e Usa, però, favorisce soprattutto il Messico. Il paese centro americano vedrebbe un incremento del 5,9% delle esportazioni, con un valore assoluto vicino ai 30 miliardi di dollari in più. Seguono, nella classifica stilata in valori assoluti, gli incrementi di Giappone e Canada (vedi tabella qui sotto).
I settori che saranno più interessati dalla sostituzione della domanda dovuta ai dazi sono, nell’ordine, quello dei prodotti vegetali, chimici e auto. Tutti e tre i comparti sperimenteranno una trade diversion superiore ai 10 miliardi di dollari.