Economia

Provocazione: “Perdita sovranità? Italia dovrebbe essere contenta”

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Helsinki – Sixten Korkman è professore di Economia alla autorevole Università Aalto di Helsinki, dopo una lunga permanenza come tecnico nel dipartimento di politica economica del consiglio Ecofin a Bruxelles. Interviene spesso sui quotidiani del paese nordico, ed è ben noto per un approccio “diretto” ed esplicito. Alla luce del chiarissimo endorsement che i leader europei e del PPE hanno voluto concedere a Mario Monti, gli abbiamo chiesto un commento sulla presa di posizione di tanta parte dell’Europa che conta a favore di una permanenza di Monti alla guida del governo italiano.

Una scelta appropriata, corretta, opportuna, o un’invasione di campo nella politica italiana? “Veramente le personalità politiche di altri paesi – è la risposta – non dovrebbero esprimere pubblicamente opinioni su chi debba fare il primo ministro in Italia; non è corretto, e a mio avviso non è nemmeno troppo saggio. Tuttavia, è abbastanza comprensibile che tutti gli europei abbiano di questi tempi un forte interesse per le evoluzioni della politica italiana: le decisioni prese in Italia possono potenzialmente avere conseguenze importanti per l’Europa nel suo complesso”.

E l’opzione tanto netta a favore di Mario Monti? Korkman non ha dubbi: “in Europa c’è un diffuso rispetto e genuina ammirazione per Mario Monti. Molti di noi hanno imparato a conoscerlo a Bruxelles, dove è stato un Commissario europeo molto influente e di successo. Molti di noi pensano che sia una persona intelligente, persuasiva, con una buona capacità di comprensione della necessità di raggiungere un equilibrio. E poi Monti ha un ottimo senso dell’umorismo ed è dotato di fascino personale. Mettiamola così, se volete: nel confronto con Monti, siamo molto meno positivamente colpiti se pensiamo alla maggior parte dei politici italiani“.

Motivazioni ragionevoli, quelle descritte. Eppure, chiediamo al professor Korkman, è difficile pensare che questa entrata a gamba tesa nelle faccende politiche di un paese sia facilmente accettabile dall’opinione pubblica di uno stato sovrano. Che succederebbe, ipoteticamente, in Finlandia, se mezzo mondo vi dicesse “eleggete questo e non quello”?

“Sicuramente – risponde l’economista – saremmo seccati e infastiditi; e forse qualcuno dei nostri politici correrebbe a dichiarare che nessuno può intervenire negli affari interni della Finlandia. D’altra parte, ho l’impressione che noi finlandesi (forse solo privatamente) saremmo quasi contenti che degli stranieri si interessino a noi, che ci considerino tanto importanti da sentire il bisogno di esprimere un parere su quello che facciamo”.

Tuttavia, conclude Korkman, in linea generale non ci si dovrebbe offendere più di tanto per queste “ingerenze”. “Alla fine – spiega – è persino un bene che si sia interessati a come funziona la politica, in casa nostra o in casa d’altri. Credo che bisognerebbe evitare una sensibilità eccessiva, e pensare subito che degli “stranieri” vogliano limitare la nostra sovranità nazionale. Magari sarebbe bene che chi esprime questi pareri sulle altrui faccende lo faccia in modo corretto ed evitando di sembrare offensivo”.

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