Le banche italiane sono le più preoccupate in Europa, se si parla della minaccia posta dalla concorrenza dei grandi attori tech al loro business: il 52% teme di essere insidiata da queste nuove realtà, come Google Pay, Apple Pay e la possibilità dell’arrivo di Facebook Libra, contro una media europea del 35%. E’ una delle evidenze emerse da un’indagine condotta dalla piattaforma di open banking Tink, in collaborazione con YouGov, su 269 importanti dirigenti di servizi finanziari distribuiti in 17 paesi.
Il report si basa anche sulle risposte raccolte fornite dai rappresentanti di 21 istituti finanziari in Italia.
Dopo il timore delle “Big tech”, la paura più citata dai banchieri italiani è quella dei possibili risvolti negativi della direttiva Psd2 (43%) seguita dai servizi di pagamento come PayPal (33%).
Per i dirigenti delle banche italiane l’open banking, però, è anche un’opportunità. Il 57% delle banche italiane, infatti, esprime un atteggiamento positivo nei confronti dell’open banking e ne vede una concreta opportunità per la propria attività; dato anche superiore alla media europea che si attesta invece sul 55%. Inoltre, quattro intervistati su cinque ritengono che il settore stia subendo una trasformazione significativa grazie a questa innovazione, un dato, anche qui, superiore a quello della media europea (64%).
Secondo il 29% del campione italiani l’open banking potrebbe rappresentare un rischio di livello moderato (livello 4 su una scala di 5), secondo il 38% il rischio sarebbe “medio” (livello 3).
Ma nessun intervistato ritiene che il rischio sia “massimo”. In questo ambito la paura maggiore resta quella di perdere la fedeltà dei clienti, come afferma il 48% degli intervistati (meno rispetto al 56% della media Ue).