Pubblica Amministrazione: nel 2021 in Italia ci saranno più pensionati che dipendenti
In Italia entro il 2021 nella Pubblica amministrazione ci saranno più pensionati che dipendenti considerando che a fronte di 3,2 milioni di impiegati pubblici italiani (in termini assoluti il 59% in meno di quelli francesi, il 65% di quelli inglese, il 70% di quelli tedeschi) i pensionati pubblici sono già 3 milioni.
Lavoratori pubblici anziani: età media a 50,7 anni
Così emerge dalla ricerca sul lavoro pubblico presentata in apertura di “Forum P.A. 2020 – Resilienza digitale”, manifestazione dedicata ai temi dell’innovazione e della trasformazione digitale come risposta alla crisi, organizzata da FPA, società del Gruppo Digital360. La ricerca scatta una fotografia della PA italiana anziana in cui l’età media del personale è di 50,7 anni, con il 16,9% di dipendenti over 60 e appena il 2,9% under 30.
Una PA in cui 4 dipendenti su 10 hanno la laurea, ma gli investimenti in formazione – necessari per aggiornare competenze e conoscenze – si sono quasi dimezzati in dieci anni, passando dai 262 milioni di euro del 2008 ai 154 milioni del 2018: 48 euro per dipendente, che consentono di offrire in media un solo giorno di formazione l’anno a persona.
Solo dal 2018 a oggi sono andati in pensione 300mila dipendenti pubblici a fronte di circa 112mila nuove assunzioni e 1.700 stabilizzazioni di precari, nel solo 2018. C’è lo sblocco del turnover, ma le procedure sono lente e la media dei tempi tra emersione del bisogno e effettiva assunzione dei vincitori dei concorsi è di oltre 4 anni
“I lavoratori pubblici italiani oggi sono pochi, anziani e poco qualificati – afferma Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA -. Sono positive le nuove norme che accelerano i concorsi, ma se si opterà su un semplice rimpiazzo del personale invece che su assunzioni basate sull’individuazione dei fabbisogni – conclude – c’è il rischio di sprecare un’occasione irripetibile: è importante assumere presto, ma soprattutto bene