(9Colonne) – Roma, 27 feb – Le istituzioni pubbliche sono più numerose, cresce il numero dei dipendenti pubblici, cala la “stabilità” del contratto che è sempre più a termine. Sono questi i dati principali che emergono dal rapporto Istat sulle amministrazioni pubbliche. Un rapporto “datato”, visto che si riferisce al 2003: ma comunque il più aggiornato. Secondo l’indagine, nel 2003 le Amministrazioni pubbliche sono organizzate in 9.976 unità istituzionali, il 4,2% in più rispetto al 1999, quando erano 9.573. Ma se le amministrazioni centrali sono sostanzialmente invariate nel numero, a crescere sono soprattutto le amministrazioni locali, passate dalle 9.352 unità del 1999 alle 9.753 del 2003 (+4,3%) e degli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, composti da 27 unità nel 2003 rispetto alle 25 del 1999 (+8,0%). Cresce anche il numero degli occupati nel settore della PA – rileva l’Istat – che al 31 dicembre 2003 erano 3.540.496. In rapporto alla popolazione residente i dipendenti pubblici sono nel 2003 pari a 61,2 ogni 1.000 residenti (erano 58,5 nel 1999), per un totale del 16,1% dell’occupazione totale rilevata nel Paese. Il 56,1% dei dipendenti pubblici lavora presso le amministrazioni centrali, il 42,3% dipende da amministrazioni locali e il rimanente 1,6% da enti di previdenza. Nel corso del quadriennio, come detto, cresce il ricorso a personale reclutato con contratti a tempo determinato. Infatti, mentre nel 1999 questa tipologia contrattuale rappresentava soltanto il 6,7% del personale effettivo in servizio, nel 2003 raggiunge l’11,3%. Cresce, inoltre, il numero dei dipendenti a tempo parziale; nel 2003, optano per il tempo parziale 136.982 dipendenti, pari al 4,4% del personale in servizio a tempo indeterminato (quasi il doppio rispetto al 1999). Dal 1999 al 2003 cresce leggermente il numero delle donne occupate nella pubblica amministrazione (dal 51,1% al 52,0%).