Ethereum, la nuova stella nel firmamento delle cripto-monete virtuali, finisce nel mirino del presidente russo Vladimir Putin, che la guarda come potenziale strumento per diversificare l’economia di Mosca. È quanto riporta l’agenzia di stampa Bloomberg, che, a questo proposito, riporta di un incontro, tenutosi venerdì scorso, tra Putin e il co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF).
Non è dunque un caso che, dopo la diffusione della notizia dell’interessamento da parte di Putin, ieri la cripto valuta abbia messo il turbo: la moneta ha raggiunto il livello record di 407,10 dollari (+5.000% da inizi 2017 quando si muoveva intorno ai 7,98 dollari). A livello di capitalizzazione di mercato, Ethereum vale 36 miliardi, seconda solo al Bitcoin che ha raggiunto quota 49 miliardi di dollari.
Secondo quanto risulta a Bloomberg, la Russia starebbe prendendo in seria considerazione lo sviluppo di una criptovaluta nazionale, supportata dalla tecnologia Ethereum. Il governo russo aveva già confermato l’impegno a sviluppare un quadro giuridico per la negoziazione di cripto valute.
Su questo terreno, la Banca centrale russa si è mossa ha già da tempo con un progetto pilota che utilizza la blockchain di Ethereum per elaborare pagamenti, così come la banca statale russa Vnesheconombank, che fornisce finanziamenti per progetti finalizzati allo sviluppo, ha utilizzato all’inizio di questo mese la cripto valuta concorrente al Bitcoin per alcune funzioni amministrative.
Il numero di governi e banche centrali che stanno mostrando interesse nelle potenzialità delle criptovalute sta crescendo. L’intento è quello, un giorno, di digitalizzare le proprie valute nazionali. La Russia non è la sola a indagare sulle prospettive dell’Ethereum come protocollo per un rublo digitale. Anche la Cina si è mossa per studiare la possibilità offerte dalla criptovaluta per poter arrivare a uno yuan digitale.