Il Quantitative Easing è al centro della cronaca economica dopo la sentenza della Corte Costituzionale tedesca che ne ha sancito la parziale incompatibilità. Nel dettaglio i giudici tedeschi hanno stabilito che il programma QE è parzialmente incompatibile la legge fondamentale della Germania e se entro tre mesi non arriveranno delucidazioni dalla Banca centrale europea, potrebbero scattare conseguenze tra cui la Bundesbank che non sarebbe più autorizzata a prendere parte al Qe e dovrebbe vendere i titoli pubblici acquistati in passato nell’ambito del piano.
Quantitative Easing: come funziona
Soffermandoci sul funzionamento del Quantitative Easing in senso stretto, esso è uno strumento di politica monetaria espansiva con lo scopo di supportare gli Stati che hanno difficoltà a sostenere e a rinnovare il proprio debito pubblico.
La BCE ha iniziato ad acquistare attività dalle banche commerciali a marzo 2015 nel quadro delle misure non convenzionali di politica monetaria. Gli acquisti di attività (realizzati dalle banche centrali dei singoli paesi coinvolti) dovrebbero permettere di sostenere la crescita economica in tutta l’area dell’euro e contribuiscono a un ritorno dell’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2%.
Tramite il QE, la BCE acquista per la maggior parte titoli di debito pubblico e in misura minore obbligazione da cartolarizzazione, obbligazioni garantite e bond aziendali.
Acquisto di titoli di Stato: gli effetti
In prima istanza, i titoli che vengono acquistati in una operazione di QE, sono quelli a breve scadenza. Se la prima fase del Quantitative Easing non porta ai risultati desiderati, la banca centrale può iniziare ad acquistare titoli a più lunga scadenza.
Il primo effetto del QE è alzare i prezzi dei titoli acquistati, ridurne il rendimento e iniettare liquidità alle banche e abbassare i tassi di interesse. Ciò comporta che la Bce offre più moneta, riducendo il costo dei prestiti tentando così di stimolare gli investimenti e la ripresa.
Però non è detto, nè certo che il denaro che arriva alle banche nelle operazioni di Quantitative Easing venga poi riversato nell’economia reale, visto che le banche potrebbero decidere di tenere quel denaro in depositi.