Nel rispondere alle critiche rivolte alle droghe monetarie messe a punto dalla Bce per rilanciare la ripresa in Eurozona e rinfocolare l’inflazione, Mario Draghi ha tuttavia concesso che le famiglie tedesche e in particolare quelle più benestanti, hanno beneficiato maggiormente del rialzo dei prezzi degli asset finanziari.
Draghi ha insomma chiaramente difeso come da prassi l’operato della Bce e l’effetto positivo del programma di Quantitative Easing e dei tassi di interesse azzerati, ma ha ammesso che la Germania ne ha tratto più vantaggio di altri paesi. Secondo il governatore dell’istituto centrale con sede a Francoforte, una grande percentuale dei tedeschi affitta le case di proprietà e solo i più ricchi investono in azioni e bond.
In un intervento tenuto a un evento organizzato da un think-tank a Berlino il presidente della Bce ha difeso le sue politiche monetarie ultra accomodanti. Le azioni drastiche intraprese nell’area della moneta unica, come l’acquisto di titoli del reddito fisso in grandi quantità, anche bond societari, e l’offerta di denaro facile, non hanno ampliato le disparità e disuguaglianze tra ricchi e poveri.
“Abbiamo più di un motivo valido per credere che, con l’impeto fornito dalle nostre misure, la politica monetaria sta funzionando come previsto, alimentando i consumi e gli investimenti e creando posti di lavoro, che sono sempre un progresso dal punto di visto sociale”.
Il presidente della Bce ha dichiarato vittoria nella lotta contro la deflazione, sottolineando che le politiche sono riuscite ad allontanare la minaccia di una spirale viziosa dei prezzi in calo e di una domanda sempre più debole. Anche se l’inflazione ha dato in effetti segnali di risalita negli ultimi mesi, lo 0,4% a cui si attesta al momento è ancora decisamente inferiore all’obiettivo della banca centrale del 2%.
I critici del QE, tra cui la premier britannica Theresa May, sostengono che le politiche delle banche centrali che hanno finito per gonfiare i prezzi di azioni e bond oltre misura hanno aiutato le persone più benestanti che investono in Borsa mentre hanno penalizzato i meno abbienti, come pensionati e risparmiatori che devono fare i conti con rendimenti sotto terra nei propri conti corrente.